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La Catalogna sommersa dai debiti bussa alle porte di Madrid

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spagna
In Spagna cade un vero tabù: anche la Catalogna chiede aiuto a Madrid. Venerdì ha cominciato la Comunità Valenciana, dichiarando la resa e chiedendo aiuto al governo centrale per oltre 4 miliardi. Domenica è stata la volta di Murcia.

C’era da aspettarselo, le voci si rincorrevano, è stato febbrile il lavoro per impedirlo, ma oggi è toccato anche alla ricca, bella e prosperosa Catalogna chiedere aiuto a Madrid, dopo avere dissipato già le anticipazioni sull’iva e imposte sulle persone fisiche.

Il presidente catalano, Artur Mas, rimasto «senza più un euro in cassa» - come ha detto il ministro del Bilancio Cristobal Montoro riferendosi al sistema delle Regioni spagnole - deve mettere da parte l'orgoglio autonomista e affidarsi alle risorse, scarse e sempre più traballanti, dello Stato centrale.

Due settimane fa la Generalitat ha dovuto indebitarsi per altri 500 milioni per pagare la quattordicesima ai 230.000 dipendenti pubblici regionali. E venerdì aveva comunicato di non poter garantire ad agosto il pagamento delle residenze degli anziani.

I problemi finanziari delle comunità stanno trascinando il governo centrale nel baratro del salvataggio integrale dell’economia, al quale la stampa europea già pone cifre - 300 miliardi stimati da The Guardian, 400 dalla Faz.

Una mezza smentita che non sembra aver convinto i mercati e, in modo particolare, le Borse di Milano e Madrid, le più colpite dalla speculazione negli ultimi giorni: a Madrid l’Ibex 35 cede circa il 2,5% appena sopra quota 6.000 punti, mentre a Piazza Affari l’indice Ftse Mib lascia sul parterre oltre l’1,5% a 12.500 punti, ad un soffio dai minimi storici del marzo 2009.



di Giulia Angeletti
redazione@viveresenigallia.it





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