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Crisi: calo dei consumi, poche speranze per i poveri anche nel 2014. Appello alla politica

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"Il calo della spesa continuerà fino al 2014, poi è prevista una crescita ma sarà molto debole". E' quanto afferma Confcommercio a riguardo.

Quest’anno in Italia supererà quota 4 milioni il numero di persone "assolutamente povere". Lo afferma la Confcommercio, secondo la quale i 3,5 milioni `certificati´ ufficialmente dall’Istat per il 2011, saranno superati ampiamente durante il 2013. Si tratta di oltre il 6% della popolazione, contro il 3,9% registrato nel 2006.

Una delle cifre più preoccupanti indicate dalla Confcommercio in un rapporto su economia e lavoro presentato al forum di Cernobbio,è quella che riguarda il crollo dei consumi (4,3%) nel 2012, cifra che segna il calo peggiore nella storia repubblicana.

“Abbiamo alle spalle il peggiore anno dell’Italia repubblicana in termini di caduta dei consumi. E tutte le variabili economiche sono in peggioramento dal 2007” questo è il commento dell'ufficio studi.

Il calo del PIL italiano sarà peggiore delle ultime recenti previsioni: per il 2013 prevede un taglio dell’1,7% contro un ribasso dello 0,8% indicato cinque mesi fa, queste sono le stime secondo la Confcommercio.

Ma la crisi del lavoro non riguarda solo il nostro paese, Italia e Spagna riguardo alla crisi hanno sempre camminato parallelamente. Nei due Paesi infatti il rapporto di occupati rispetto alla popolazione è 37,9%, con l’Italia che dal 2007 ha perso un punto e mezzo. In Francia al 41,6%. In Germania invece l’indice è al 49,3% con un segnale chiaro: la crisi ai tedeschi ha portato un continuo aumento degli occupati: considerato che nel 2007 il rapporto con la popolazione era “solo” del 46,5%, con una crescita in termini reali di due milioni di posti di lavoro.

Secondo lo studio della Confcommercio però gli italiani lavorano molto più dei colleghi europei: il 26% in più dei tedeschi e il 20% in più dei francesi. Secondo una ricerca della Confcommercio in Italia si realizza un prodotto mediamente pari a 36 euro per ora lavorata, ma i tedeschi producono il 25% in più e i francesi un pil per ora lavorata superiore di quasi il 40%. In Italia chi è in proprio lavora quasi il 50% in più del dipendente medio, cioè 2.338 ore all’anno, ovvero tre mesi in più rispetto a chi ha un posto fisso inclusi sabati e domeniche. Rispetto al 2007, picco pre-crisi, la riduzione di prodotto pro capite reale sarebbe, alla fine di quest'anno, pari al 10,7%.

"L'anno prossimo in assenza di una riforma della nostra organizzazione dello stato, del fisco e dell'economia in generale, il prodotto lordo tornerebbe a crescere soltanto poco più di un punto percentuale, una quantità insufficiente a fare recuperare al paese quanto perduto nel 2013” spiega il direttore dell'ufficio studi di Confcommercio, Mariano Bella.
Per il 2014 infatti ci sono solo timide speranze, la previsione è di un rialzo dell’1% netto.

Il calo dei consumi dovrebbe continuare anche quest’anno, con un -2,4%, mentre nel 2014 torneranno a crescere ma in maniera molto debole (+0,3%).

Bella inoltre avverte: “Verosimilmente non ci aspetta più soltanto qualche mese ma almeno un anno di gravi difficoltà”. Aggiunge poi: “Non siamo ottimisti sul futuro dell'economia italiana”.

Alla luce di questi dati allarmanti, il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, lancia un appello alla politica, esortandola a “superare ogni divisione, e assumere la responsabilità di dare al paese un governo in grado di rispondere all'emergenza economica e di preservare la coesione sociale”.

“Occorre, anzitutto, la piu' determinata iniziativa politica a livello europeo, affinche' l'Unione sia capace di mettere in campo scelte di ampio respiro per dare impulso alla crescita, all'occupazione, agli investimenti pubblici produttivi. In Italia, in particolare, significa rivedere le maglie troppo strette del patto di stabilita interno e mettere a frutto, in particolare nel Mezzogiorno, le risorse comunitarie" questo è il commento del presidente Sangalli.

Sangalli inoltre sottolinea che in occasione dell'ultimo Consiglio europeo sembrano essersi finalmente aperte, al riguardo, alcune opportunità. A partire da una possibile intesa che consenta di procedere al tempestivo pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni nei confronti delle imprese.



di Tamara Roma






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