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Economia digitale: l'Italia resta indietro

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Nel mondo si sta procedendo a grande velocità ad investire in infrastrutture ed innovazione per sfruttare al meglio le nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione.

L'Italia invece è ancora fortemente indietro rispetto ai principali competitor europei e mondiali. Lo rivela il Global Information Technology Report, presentato nel corso del World Economic Forum, che ci vede al 50 posto tra i 144 Paesi presi in esame. Lo studio ha analizzato lo stato dell'economia digitale e i progressi fatti dai vari Paesi, classificandoli in base a 54 parametri di base, dalla penetrazione di Internet alla diffusione degli smartphone alla disponibilità di capitali.

Al vertice di questa classifica c'è la Finlandia, seguita da Singapore e Svezia. Completano la top ten nell'ordine Olanda, Norvegia, Svizzera, Gran Bretagna, Danimarca, Usa e Taiwan. All'undicesimo posto troviamo la Corea, al tredicesimo la Germania. La Francia al 26°, il Portogallo al 33°, la Spagna al 38°. E l'Italia? Per trovarla bisogna scendere fino al 50° posto, ben lontano dai principali competitor ma anche dietro a paesi come Giordania e Barbados.

"In Europa - si legge nel documento - l'indice rivela una profonda divisione tra le economie del nord e gli altri paesi che è preoccupante. Non basta migliorare l'accesso alle tecnologie, bisogna creare migliori condizioni per le imprese e l'innovazione".

Il report sottolinea poi come l'economia digitale produca Pil e posti di lavoro: "La digitalizzazione ha aumentato il Pil mondiale di 193 miliardi di dollari negli ultimi due anni, creando 6 milioni di posti di lavoro - spiega il rapporto - un aumento del 10% dell'indice di digitalizzazione di un paese porta a una crescita dello 0,75% del Pil procapite, e a una diminuzione della disoccupazione dell'1,02%".