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Wi-fi libero: il Garante della Privacy boccia il governo

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wi-fi in hotel
Continua a sollevare dubbi e proteste le norme inserite nel decreto del Fare che doveva liberalizzare l'accesso a internet tramite Wi-fi.

Proteste e richieste di rettifica erano giunte da più parti. Ora si muove anche il Garante per la Privacy, che boccia senza tanti giri di parole il testo presentato dal Governo Letta, e ne chiede lo stralcio. Secondo il Garante il decreto avrebbe un effetto opposto alla liberalizzazione a cui mirava l'esecutivo. Emendamenti urgenti sono stati presentati ancheda Stefano Quintarelli (Scelta Civica) e Antonio Palmieri (Pdl). Anche il ministero dello Sviluppo economico si è reso conto del pasticcio normativo, preparando modifiche ad hoc.

Il testo infatti da un lato abolisce l’obbligo per i gestori degli esercizi commerciali di identificare i propri clienti prima di fornire la connettività wi-fi, e dall'altro introduce l'obbligo di tracciare alcune informazioni relative all'accesso alla rete. Obblighi introdotti con il decreto Pisanu e poi abrogati nel 2011. Obblighi che disincentiverebbero i gestori a non fornire il servizio.

C'è inoltre un profilo di illegittimità perché i dati di accesso alla rete, come il cosiddetto 'indirizzo fisico' del terminale (mac address), vengono considerati dalla Direttiva europea sulla riservatezza dati personali. Nonostante il mac address sia molto facile da cambiare da chi abbia una minima conoscenza informatica.

Altro punto oscuro del testo: l'obbligo di identificazione non c'è "se l'offerta di accesso ad internet non costituisce l'attività commerciale prevalente del gestore". Definizione che potrebbe benissimo riguardare gli operatori telefonici, che non hanno da internet i principali ricavi.



di Marco Vitaloni
vivere.biz/marcovitaloni






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