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Mancata cattura di Provenzano, assolti gli ufficiali del Ros Mori e Obinu

2' di lettura 1932

Mario Mori
La quarta sezione penale del tribunale di Palermo ha assolto il generale Mario Mori e il colonnello Mauro Obinu dall'accusa di favoreggiamento aggravato.

I due ex ufficiali del Ros erano accusati di aver favorito la latitanza del boss mafioso Bernardo Provenzano. Il pm Nino Di Matteo aveva chiesto una condanna rispettivamente a 9 anni per Mori, e a 6 anni e mezzo per Obinu. I giudici non hanno accolto la richiesta e hanno assolto i due carabinieri "perché il fatto non costituisce reato". La sentenza è arrivata dopo più di cento udienze e cinque anni di dibattimento.

Il generale Mario Mori, ex ufficiale del Ros ed ex direttore del Sisde, e il colonnello Mauro Obinu erano accusati da un collega, il colonnello Michele Riccio, di aver impedito un blitz che avrebbe portato alla cattura del superlatitante Provenzano. Riccio aveva ricevuto dal confidente Luigi Ilardo, capofamiglia di caltanissetta, una notizia molto precisa riguardo una riunione organizzata da Provenzano nelle campagne di Mezzojuso. Era il 30 ottobre 1995.

Riccio aveva chiesto ai vertici del Ros il via libera, mai arrivato, per organizzare un blitz. Provenzano rimase latitante fino all’11 aprile del 2006. Ilardo venne assassinato pochi mesi dopo, senza avere avuto il tempo di diventare un collaboratore di giustizia a tutti gli effetti.

Secondo l'accusa Mori e Obinu avrebbero agito non perchè corrotti o collusi con la mafia, ma sulla base di un patto nato durante la trattativa Stato-mafia del '92-'93. Secondo la Procura Provenzano, ritenuto il leader dell'ala più moderata di Cosa Nostra, sarebbe stato il regista della trattativa, colui che avrebbe "venduto" Riina ponendo fine alle stragi e avviando la coabitazione di Stato e anti Stato.



di Marco Vitaloni
vivere.biz/marcovitaloni






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