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Usa: Detroit dichiara bancarotta

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La notizia era largamente attesa da tempo, ma ora è ufficiale: la città di Detroit ha dichiarato bancarotta.

La culla dell'auto americana, la quarta città degli Stati Uniti nell'epoca d'oro degli anni '50, non ce l'ha fatta, schiacciata da un debito di oltre 19 miliardi di dollari. “E’ un passo difficile da fare, ma è la sola opzione possibile”, ha spiegato il governatore del Michigan Rick Snyder, che ha autorizzato ufficialmente la richiesta di fallimento. Non è quindi riuscita la missione impossibile del commissario straordinario Kevyn Orr, nominato lo scorso marzo nel diperato tentativo di salvare le finanze delle città. Si tratta del più grande fallimento di una municipalità di tutta la storia americana.

Detroit, soprannominata "Motor City" in quanto sede di General Motors, Ford e Chrysler, aveva vissuto uno straordinario sviluppo economico nella prima metà del Novecento, con l’ascesa dell’industria dell’automobile, seguito negli ultimi decenni da un declino ancora più rapido. Negli anni '50 la città aveva 2 milioni di abitanti, oggi ne conta 700mila. Ora interi quartieri sono completamente abbandonati, il 40% delle strade prive di illuminazione e la metà dei parchi cittadini chiusi. Vigili del fuoco e polizia sono al limite della loro operatività. La criminalità è alle stelle, la disoccupazione sfiora il 20%.

Ora il commissario potrà procedere a vendere gli asset e a tagliare salari e pensioni dei dipendenti pubblici.



di Marco Vitaloni
vivere.biz/marcovitaloni






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