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Egitto: strage nel giorno della collera

A migliaia i manifestanti islamici pro-Morsi si sono riversati in strada per marciare "pacificamente" contro il golpe militare, sfidando lo stato di emergenza imposto dal governo. Almeno 5mila sostenitori del presidente deposto, tra manifestanti e militanti armati, si sono radunati davanti alla moschea di al Fath, nei pressi di piazza Ramses al Cairo, circa 2 km da piazza Tahrir, presidiata in forze dalle forze di sicurezza. La polizia ha sparato lacrimogeni, ed è scoppiata un'intensa sparatoria.
Almeno 42 i morti, decine i feriti. Scontri e violenze sono in corso in numerose altre città: almeno dieci militanti pro-Morsi sono rimasti uccisi a Ismailiya, a nordest del Cairo. Altri otto manifestanti sono stati uccisi nella città di Damietta. Scontri tra polizia e sostenitori di Morsi anche a Giza, Alessandria, Tanta e Mansoura. Incerto il bilancio di vittime e feriti.
Anche il movimento Tamarod, che ha guidato la protesta anti-Morsi fino alla sua deposizione da parte dell'esercito, ha partecipato alle manifestazioni chiedendo però ai militanti di difendere le chiese. "Resisteremo in modo pacifico fino a quando il golpe svanirà", ha annunciato il leader della Fratellanza Musulmana, Mohamed Badie.
Dalla Farnesina arriva l'allerta anche per le località turistiche, dove al momento soggiornerebbero circa 19mila italiani: "Lo stato di emergenza ed il coprifuoco potrebbero creare disagi anche nelle località turistiche del Mar Rosso dove al momento non si registrano incidenti, anche se, in ragione del continuo evolvere degli eventi non sono da escludere azioni dimostrative legate alla situazione di generale instabilità del Paese". Cortei pro-Morsi stanno marciando anche a Hurgada, località turistica sul Mar Rosso frequentata da tanti turisti stranieri.
E inizia a muoversi anche la diplomazia europea. E' stato convocato per lunedì da Catherine Ashton, Alto rappresentante Ue per la politica estera, un vertice con gli ambasciatori del comitato Politico e di sicurezza dei 28 paesi dell'Unione europea. La Ashton ha dichiarato che la responsabilità del massacro in corso ricade massicciamente sul governo ad interim egiziano.
Il presidente francese Francois Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno sollecitato un incontro urgente dei primi ministri, la prossima settimana, per avviare iniziative dirette a far cessare le violenze.

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