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Libano: doppio attentato a Tripoli, 42 morti

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Due autobombe sono esplose venerdì a Tripoli, la seconda città del Libano, provocando almeno 42 morti e oltre 500 feriti.

Le due esplosioni si sono verificate nei pressi di due mosche sunnite, al momento dell'uscita dei fedeli dopo la preghiera del venerdì. Il primo ordigno è esploso vicino alla moschea al Taqwa nel quartiere di Zahiriye, nel centro della città, nei pressi anche della casa del primo ministro uscente Najib Mikati.

Il secondo attentato è avvenuto cinque minuti dopo nei pressi della moschea Salam nel quartiere del porto, non lontano dall'abitazione dell'ex capo della polizia Ashraf Rifi. I predicatori di entrambe le mosche sono oppositori del presidente siriano Assad e del suo alleato Hezbollah. Il bilancio delle vittime, ancora provvisorio, è stato diffuso dal direttore della Croce Rossa libanese, Georges Kettaneh.

Il primo ministro libanese Mikati ha condannato fermamente l'accaduto, definendolo un'azione mirata a "fomentare il conflitto" nel Paese. Toni simili anche da parte di Hezbollah, che ha definito gli attacchi parte di un "progetto criminale che mira a seminare i semi della guerra civile tra i libanesi e a trascinarli in lotte interne settarie ed etniche".

Tripoli è regolarmente teatro di scontri tra sunniti, sostenitori dei ribelli siriani, e alawiti, schierate con Assad. Appena una settimana fa, il 15 agosto, un'altra autobomba era esplosa nei sobborghi meridionali di Beirut, roccaforte di Hezbollah, provocando 27 vittime.



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