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Legge di stabilità, Corte dei Conti: 'Taglio del cuneo fiscale non equo'

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Corte dei conti
Le modalità di intervento per la riduzione del cuneo fiscale previste nella legge di stabilità comportano "evidenti problemi distributivi e di equità".

Lo ha detto il presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, in audizione davanti alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato. Secondo la magistratura contabile dagli sgravi Irpef verrebbero esclusi circa 25 milioni di soggetti: non solo i lavoratori autonomi ma anche gli incapienti e i pensionati. Inoltre, secondo l'Istat, saranno le famiglie più ricche a trarre i maggiori vantaggi monetari.

Gli sgravi Irpef contenuti nel testo all'esame del Senato sono, secondo la Corte dei Conti, di portata contenuta e dal perimetro limitato. "La Legge di stabilità porterà risultati significativi per alcune categorie di lavoratori ma lascerà sostanzialmente inalterata la posizione dell’Italia nella graduatoria europea sul peso del cuneo fiscale, maggiore solo in Belgio, Francia e Germania", ha spiegato Squitieri.

La legge di stabilità rischia inoltre di comportare un ulteriore aumento della pressione fiscale, in particolare sugli immobili. Secondo Squitieri, la Tasi, "che moltiplica il suo peso rispetto a quello incorporato nella vecchia Tares e che lascia ai Comuni la facoltà di rideterminare l’aliquota, crea il presupposto di aumenti di prelievo da parte degli enti locali con aliquota Imu inferiore al massimo previsto dalla legge”. Critica anche la Banca d'Italia, che segnala che la dimensione dell’intervento sul cuneo fiscale “non è elevata e riflette i limitati margini di manovra disponibili e la scelta di intervenire anche in altri ambiti”.



di Marco Vitaloni
vivere.biz/marcovitaloni






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