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Svolta diplomatica nei rapporti Usa-Cuba: decisivo l'intervento di Papa Francesco

Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha affermato: “Né il popolo americano né quello cubano vengono aiutati da una politica che ha radici in eventi che hanno avuto luogo prima che la maggior parte di noi fosse nata” - e ha aggiunto- “Lasciamoci alle spalle l'eredità sia del colonialismo che del comunismo, la tirannia di cartelli della droga e di elezioni fasulle”, sostenendo la volontà di aprire un nuovo corso.
Le trattative per la pacificazione dei rapporti tra Cuba e Usa erano in corso da oltre un anno. A favorire il disgelo sono stati l'intervento del governo canadese e di Papa Francesco che i due presidenti hanno voluto ringraziare nei loro discorsi. La situazione si è sbloccata con la liberazione di Alan Gross, contractor americano, in prigione da 5 anni a Cuba, con l’accusa di spionaggio. L’uomo, collaboratore di Usaid (Agenzia per lo Sviluppo Internazionale statunitense), era stato arrestato mentre distribuiva materiale elettronico alla comunità ebraica all'Avana e condannato a 15 anni di prigione.
Gli Stati Uniti hanno a loro volta liberato tre agenti condannati per spionaggio nei confronti di gruppi anti-Castro a Miami. Il presidente cubano, Raul Castro, ha sottolineato che il ristabilimento dei rapporti diplomatici con gli Stati Uniti "non risolvono la questione principale, cioè il blocco economico, commerciale e finanziario che provoca enormi danni economici e umani, e deve cessare".

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