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Yemen: l'Arabia Saudita lancia un'offensiva militare contro i ribelli sciiti

L'intervento armato, ha detto l’ambasciatore saudita negli Stati Uniti, Adel al Jubeir, si è reso necessario per difendere il governo legittimo del presidente yemenita Mansour Hadi e frenare l'avanzata dei ribelli Houthi, secondo Riad assistiti direttamente dall'Iran. La fazione sciita, che a febbraio aveva preso il controllo della capitale Sanaa, rovesciando il governo e costringendo alla fuga il presidente Hadi, controlla ormai buona parte del territorio yemenita.
Negli ultimi giorni gli Houthi hanno conquistato anche Taiz, la terza città più grande del paese, e preso il controllo di una base aerea ad appena 60 km da Aden. Sembra che mercoledì Hadi, a causa della rapida avanzata verso sud degli Houthi, abbia lasciato Aden per trovare rifugio altrove, forse in Oman.
L'Arabia Saudita, che ha dispiegato sul campo 100 aerei da caccia e 150mila soldati, guida una coalizione di stati arabi: tutti i paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo - Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar - Egitto e Giordania. Anche Marocco, Sudan e Turchia hanno espresso il loro appoggio all'offensiva militare. D'accordo anche Stati Uniti e Gran Bretagna. L'amministrazione Obama ha confermato che fornirà supporto logistico e di intelligence alla coalizione contro i ribelli Houthi.
L'attacco è stato duramente criticato da Siria e Iran, che ha intimato all'Arabia Saudita di fermare al più presto l'intervento armato. Il rischio, decisamente concreto, è quello di un'escalation militare nel Golfo, una guerra regionale che si trasformi in una "guerra per procura" tra Arabia Saudita e Iran.

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