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Onu: l'Eritrea responsabile di crimini contro l'umanità

E' quanto si legge nel rapporto diffuso dalla Commissione di inchiesta delle Nazioni Unite sui diritti umani nel paese. Secondo il rapporto, che verrà presentato al Consiglio Onu per i diritti umani il prossimo 23 giugno, il governo del presidente Isaias Afewerki contolla la popolazione attraverso un "vasto apparato di sicurezza presente a tutti i livelli della società". Un sistema volto a reprimere il dissenso e a creare un clima di ansia e paura.
Un situazione che ha spinto centinaia di migliaia di eritrei a lasciare il paese. Secondo l'agenzia Onu per i rifugiati circa 5mila persone fuggono dall'Eritrea ogni mese. Gli eritrei, dopo i siriani, costituiscono il gruppo più numeroso di migranti che cerca di arrivare in Europa attraverso il Mediterraneo.
Il rapporto, stilato dai tre membri della Commissione sl termine di un anno di inchiesta, ha raccolto testimonianze su arresti ed esecuzioni extragiudiziarie, sparizioni forzate, tortura, violazioni delle libertà religiose, di espressione, di associazione e di movimento. I tre membri della Commissione hanno intervistato circa 550 eritrei e hanno ricevuto 160 relazioni scritte, sempre al di fuori del Paese africano, dal momento che il governo non ha mai risposto alla richiesta della Commissione di avere accesso al Paese.
Il presidente Afewerki è al potere in Eritrea da ventidue anni, da quando il Paese ha ottenuto l'indipendenza dall'Etiopia nel 1993.

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