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Turchia: bombardamenti, attentati e scontri di piazza, tregua finita con i curdi

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Situazione sempre più tesa in Turchia tra il governo e il Pkk: nelle giornate di sabato e domenica centinaia di militanti curdi e attivisti dell'estrema sinistra si sono scontrati con la polizia a Istanbul e in altre città.

A Istanbul, nel quartiere di Gezi, gruppi di manifestanti hanno lanciato fumogeni, sassi e molotov contro la polizia, che ha risposto con cariche e idranti. Una manifestazione per la pace è stata vietata dalle autorità con la motivazione che i violenti avrebbero potuto usarla per scatenare disordini. Altre manifestazioni, sopratutto nel sud-est del paese a maggioranza curda, sono state invece represse con la forza dalla polizia.

Sabato a Cizre un uomo è stato ucciso a colpi di arma da fuoco nel corso di scontri tra manifestanti e forze dell'ordine. Un’autobomba è esplosa nella città di Diyarbakir uccidendo due militari turchi e ferendone altri quattro. Secondo l'esercito l'attentato è opera dei militanti del Partito dei lavoratori del Kurdistan.

Finita di fatto la tregua tra il governo di Ankara e Pkk, siglata nel 2013. La fine del cessate il fuoco era peraltro già stata annunciata sabato dal gruppo di militanti curdi, in seguito ai pesanti bombardamenti (almeno 150) compiuti dall'aviazione turca contro le postazioni curde nel nord dell'Iraq, lanciati assieme ai primi, sporadici, raid aerei contro l'Isis in Siria.



di Marco Vitaloni
vivere.biz/marcovitaloni






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