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Turchia: otto soldati uccisi in un attentato

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Altra giornata di tensione in Turchia, dove otto soldati sono morti in un attentato avvenuto nel sud-est del Paese, nella provincia di Siirt.

I militari stavano viaggiando a bordo di un mezzo militare quando sono stati investiti dall'esplosione di una bomba. Secondo i media locali l'ordigno sarebbe stato piazzato dai curdi del Pkk. Altri quattro soldati turchi sono morti tra lunedì e martedì negli scontri a fuoco contro i miliziani curdi scoppiati nella provincia sudorientale di Diyarbakir. L'esercito di Ankara era intervenuto per rimuovere alcuni blocchi stradali piazzati dal Pkk.

A Istanbul sono stati esplosi alcuni colpi di arma da fuoco all'ingresso del palazzo Dolmabahce, uno delle maggiori attrazioni turistiche della città, e che ospita anche un ufficio del premier Davutoglu. La polizia ha arrestato i due sospetti attentatori. Uno degli agenti è rimasto leggermente ferito nel corso della sparatoria.

Tensione acuita dalla crisi politica: dopo le elezioni dello scorso 7 giugno, la Turchia non ha ancora un nuovo governo. L’AKP (Partito per la Giustizia e lo Sviluppo), il partito conservatore e islamista del presidente Recep Tayyp Erdogan, al potere dal 2002, ha perso per la prima volta la maggioranza assoluta dei seggi alle ultime elezioni.

E finora sono fallite tutte le trattative per formare un governo di coalizione con le altre forze politiche, in particolare con il principale partito di opposizione, il CHP (Partito Popolare Repubblicano), laico e di ispirazione kemalista. Martedì il premier Ahmet Davutoglu ha rimesso nelle mani del presidente il mandato di formare un nuovo governo. Si va quindi molto probabilmente verso le elezioni anticipate in autunno.