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Turchia: arrestati due giornalisti britannici

Jake Hanrahan, Philip Pendlebury, Mohamed Ismail Rasool e il loro autista erano stati fermati dalla polizia giovedì scorso a Diyarbakir, nel sud-est della Turchia. I reporter stavano documentando gli scontri tra le forze di sicurezza e i miliziani curdi in corso da settimane nell'area. Le autorità turche hanno perquisito le loro stanze d'albergo e sequestrato tutti i loro effetti personali, telecamere comprese. L'autista è stato rilasciato poco dopo. Nella giornata di lunedì i tre sono comparsi davanti al giudice, che ha confermato le accuse, rinviandoli a giudizio. Il loro legale ha detto al Guardian che la polizia ha agito sulla base di una soffiata anonima, che sosteneva il loro coinvolgimento con l'Isis.
Hanrahan e Pendlebury hanno spesso lavorato assieme, documentando i conflitti in Iraq e Ucraina, e recentemente la crisi dei migranti a Calais. Kevin Sutcliffe, responsabile per le news di Vice in Europa, ha condannato l'arresto e l'accusa mossa ai tre giornalisti: "Il governo turco ha avanzato accuse false, infondate e allarmanti di 'supportare un'organizzazione terroristica' nei confronti di tre reporter di VICE News". "Prima di venire ingiustamente arrestati, i giornalisti stavano documentando la situazione nel sud-est della Turchia, nella provincia di Diyarbakir".
Diverse organizzazioni per i diritti umani come Amnesty International, il Comitato per la Protezione dei Giornalisti e Pen International hanno condannato l'arresto e chiesto l'immediato rilascio dei tre reporter. "E' assolutamente legittimo che i giornalisti seguano quanto sta avvenendo in Turchia," ha detto Amnesty International in un comunicato. "La decisione di arrestarli è sbagliata, e le accuse di supportare lo Stato Islamico sono assolutamente prive di fondamento, oltraggiose e bizzarre".

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