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Turchia: 16 agenti uccisi in un attentato, blitz dell'esercito nel nord dell'Iraq

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F-16
Continua l'escalation militare della Turchia contro i guerriglieri curdi: reparti delle forze speciali dell'esercito sono entrati nel nord dell'Iraq, dove si trovano le principali basi del Pkk.

La zona, il cosidetto kurdistan iracheno, è da giorni il bersaglio dei raid aerei dell'esercito turco. Bombardamenti che si sono intensificati domenica notte, in seguito alla morte di 16 soldati in un attentato compiuto nella provincia di Hakkari, vicino al confine con l’Iraq.

L'offensiva via terra è stata decisa da Ankara dopo che martedì mattina 14 agenti di polizia sono stati uccisi da una bomba mentre viaggiavano su un minibus a Igdir, vicino al confine con l'Armenia. Il governo ha accusato dell'attacco i miliziani del Partito dei Lavoratori del Kurdistan, formazione terrorista che combatte da anni per la formazione di uno stato autonomo curdo tra Turchia, Iraq e Siria. Dopo anni di combattimenti, nel 2013 il governo turco e il Pkk erano giunti ad un armistizio, ed avevano provato, senza tanto successo, ad avviare un processo di pace.

La tregua si è conclusa lo scorso luglio, quando il presidente Erdogan ha annunciato l'ingresso della Turchia nella coalizione internazionale contro lo Stato Islamico. La Turchia ha quindi effettuato alcuni, sporadici raid aerei contro l'Isis e concesso l'uso di una base aerea vicino al confine sirano ai jet americani e inglesi, e parallelamente lanciato l'offensiva contro i guerriglieri curdi. L'esercito turco ha colpito anche diversi obiettivi dei curdi siriani, alleati del Pkk ma che lottano, appoggiati dagli Stati Uniti, contro l'Isis.



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