intervista
Giovanni Martines Augusti sul caso Sarri-Mancini: "Ecco chi sono i veri omofobi"

"La questione ci fa comprendere quanto in presenza di problemi seri e profondi per l'italia e per il mondo ci si soffermi più del dovuto su un fatto che nel 2016 pareva essere superato - spiega Martines Augusti - ecco perché vale la pena affermare o dire alcune cose fondamentali.
Questa famosa, evoluta, parità di un riconoscimento di un sesso diverso da quello naturale in realtà non è ne voluta ne riconosciuta, perché se un allenatore si arrabbia e si ritiene offeso dall'essere indicato come omosessuale vuol dire che lui stesso ritiene queste espressioni offensive e lui per primo ritiene che non ci sia un riconoscimento della parità di sesso.
Mi spiego meglio. È vero che Mancini ha dichiarato nel dopopartita che sostiene quei tatissimi ragazzi gay, ma proprio perché ha dichiarato di sostenerli non doveva assolutamente ritenersi offeso nell'essere idicato come tale. Bastava smentire.
Idem tutti quei giornali, compresa la federazione che ha condannato Sarri a due giornate di squalifica, ha fatto un'alzata di scudi nei confronti di una categoria che ritengono diversa loro per primi. È questa la vera offesa, e non il povero Sarri, che essendo di antica generazione ed educazione, ha pensato in un momento d'ira, di poter offendere Mancini dandogli del "busone".
In realtà è molto più cooerente Sarri che per Antica educazione riconosce la diversità e la ritiene motivo di offesa, palesemente. Invece la federazione e lo stesso mancini, ponendo l'accenti sulle dichiarazioni di Sarri dichiarano apertamente dove sta la verità. La verità è che la categoria degli omosessuali è considerata da disprezzare. E se un eterosessuale si sente chiamare omosessuale si offende.
La questione sarebbe dovuta rimanere lì, anche perché avendo calcato i campi di calcio, so benissimo quali sono gli epiteti che volano in campo."
Nella foto Martines e Mancini al Dallara durante le celebrazioni per i 100 anni del Bologna.

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