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Si dimette la ministra Guidi dopo lo scandalo intercettazioni, al compagno 'L'emendamento passerà'

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Si è dimessa con una lettera al presidente del consiglio, il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, dopo la pubblicazione di un’intercettazione in cui la donna parlando con il compagno, Gianluca Gemelli, indagato dalla Procura di Potenza, parla dell’ “emendamento che dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato”.

L’intercettazione risale al 5 novembre 2014 e si riferisce all'emendamento inserito nel decreto Sblocca Italia, che il governo sta per inserire nella legge di stabilità relativo ai lavori per il centro oli della Total in contrada Tempa rossa, a Corleto Perticara (Potenza). L’inchiesta che coinvolge il compagno è relativa allo smaltimento dei rifiuti legati alle estrazioni petrolifere, essendo l’uomo alla guida di due società del settore petrolifero.

“Caro Matteo sono assolutamente certa della mia buona fede e della correttezza del mio operato. Credo tuttavia necessario, per una questione di opportunità politica, rassegnare le mie dimissioni. Continuerò come cittadina e come imprenditrice a lavorare per il bene del nostro meraviglioso Paese”, ha scritto in una lettera il ministro.

Gemelli è indagato per concorso in corruzione e per millantato credito: “sfruttando la relazione di convivenza con il ministro allo Sviluppo economico indebitamente si faceva promettere e otteneva da Giuseppe Cobianchi, dirigente della Total le qualifiche necessarie per entrare nella "bidder list" (l'elenco dei fornitori) delle società di ingegneria della multinazionale francese, e partecipare alle gare di progettazione ed esecuzione dei lavori per l'impianto estrattivo di Tempa Rossa”. Non risulta indagato il ministro Guidi.



di Sara Santini
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