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Spagna: niente accordo per il nuovo governo, si torna a votare a giugno

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La Spagna torna di nuovo al voto: a sei mesi di distanza dalle elezioni del 20 dicembre, i vari partiti politici spagnoli non sono riusciti a raggiungere un accordo per formare il nuovo governo.

Nella serata di martedì, dopo le ultime consultazioni, il re Felipe IV ha preso atto che "non esiste alcun candidato che possa essere proposto alla guida del governo" e ha indetto le elezioni anticipate per il prossimo 26 giugno.

I buoni risultati ottenuti alle elezioni di dicembre dai due nuovi partiti anti-casta, Podemos di sinistra e Ciudadanos di centro-destra, hanno travolto il bipolarismo su cui si basava da decenni la politica spagnola, e portato alla formazione di un parlamento molto frammentato. I veti incrociati e le rivalità tra i vari partiti hanno impedito la formazione di una maggioranza in Parlamento in grado di votare la fiducia a un nuovo esecutivo. Sono falliti tutti i tentativi di raggiungere un accordo.

Ci aveva provato per primo il Partito Popolare (Pp), che alle elezioni di dicembre aveva ottenuto la maggioranza relativa. Ma tutte le altre forze politiche avevano fin da subito rifiutato qualsiasi dialogo col il partito del premier uscente Mariano Rajoy, travolto negli ultimi anni da diversi scandali di corruzione.

L'incarico era in seguito passato a Pedro Sanchez, leader del Partito Socialista (Psoe), che ha provato fino all'ultimo a formare una maggioranza con Ciudadanos e Podemos. Sanchez era riuscito a raggiungere un accordo con Albert Rivera, leader del partito centrista, ma non con Pablo Iglesias, leader di Podemos.

Il dialogo fra i due partiti è terminato la scorsa settimana, dopo che in una consultazione interna gli iscritti di Podemos avevano bocciato l'ipotesi di partecipare a un governo con Psoe e Ciudadanos. A pesare sul mancato accordo sono state in particolare le vedute differenti tra Ciudadanos e Podemos su numerose questioni economiche e sociali, e in particolare sull'indipendenza della Catalogna: Psoe e Ciudadanos contrari, Podemos favorevole.

La situazione di instabilità potrebbe però non cambiare con le elezioni di giugno: secondo molti sondaggi l'esito del voto potrebbe essere molto simile a quello del 20 dicembre scorso.



di Marco Vitaloni
vivere.biz/marcovitaloni






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