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Cassazione: 'Rubare per fame non è reato', annullata la sentenza di condanna per un senzatetto

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"Il fatto non costituisce reato": per questo motivo la Cassazione ha annullato la condanna per furto a un giovane straniero senza fissa dimora, affermando che non è punibile chi, spinto dal bisogno, ruba al supermercato piccole quantità di cibo per "far fronte" alla "imprescindibile esigenza di alimentarsi".

La Suprema Corte ha giudicato quindi legittimo non punire un furto del valore di 4 euro e sette centesimi per wurstel e formaggio. A fare ricorso in Cassazione non è stato il protagonista della vicenda, il giovane 30enne, senza fissa dimora, Roman Ostriakov, bensì il Procuratore generale della Corte di Appello di Genova che chiedeva per l'imputato non l’assoluzione, ma la uno sconto di pena derubricando il reato da furto lieve (come stabilito in primo e secondo grado), in tentato furto dal momento che l'uomo era stato bloccato prima di uscire dal supermercato, dopo essere stato scoperto da un cliente che aveva avvertito il personale vigilante. Alla cassa aveva infatti pagato dei grissini, ma non i wurstel e il formaggio.

L’imputato aveva già dei precedenti di furti di generi alimentari di poco prezzo perché spinto dalla fame. La sentenza che annulla la condanna afferma infatti che “la condizione dell'imputato e le circostanze in cui è avvenuto l'impossessamento della merce dimostrano che egli si impossessò di quel poco cibo per far fronte ad una immediata e imprescindibile esigenza di alimentarsi, agendo quindi in stato di necessità".