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Spagna: accordo raggiunto tra Popolari e Ciudadanos

Rajoy ha detto di aver accettato il piano anticorruzione in sette punti presentato da Ciudadanos come condizione necessaria per avviare le negoziazioni. L'attuale premier ha anche annunciato che si impegnerà a fissare quanto prima una data per il voto di fiducia in parlamento.
Si tratta di un passo importante ma non risolutivo per la crisi politica in Spagna, senza governo da dicembre: la somma dei seggi di PP e Ciudadanos (più uno di Coalicion Canaria) è 170, non sufficiente per ottenere la maggioranza assoluta (176) in Parlamento. Con questi numeri il premier uscente potrebbe formare un governo di minoranza, ma serve almeno l'astensione nel voto di fiducia di un terzo partito, verosimilmente il Partito Socialista (PSOE). Pedro Sanchez, leader dei socialisti, ha però finora escluso qualsiasi tipo di accordo con Rajoy, anche solo l'astensione.
L'accordo tra popolari e centristi potrebbe quindi non portare a niente, come il precedente accordo firmato mesi fa da Ciudadanos con i socialisti. Ma rappresenta il primo segnale di movimento nella politica spagnola, in stallo da settimane. Le elezioni del giugno scorso hanno infatti riproposto lo stesso scenario uscito dal voto di dicembre, con un Parlamento senza una maggioranza e con i quattro partiti principali, i due tradizionali (PP e PSOE) e i due giovani (Podemos e Ciudadanos), incapaci di raggiungere un accordo per formare una coalizione di governo.
In caso di fallimento di Rajoy, il PSOE e Unidos Podemos, la coalizione composta da Podemos e dal partito di sinistra Izquierda Unita, potrebbero a loro volta provare a formare un governo, ma servirebbe comunque l'appoggio o l'astensione di un terzo partito, dato che i due partiti insieme hanno solo 156 seggi. Nel caso fallissero tutte le trattative tra le forze politiche, gli spagnoli dovranno tornare a votare, per la terza volta in un anno.

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