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Operazione Fast Print: maxi frode fiscale da 662 milioni di euro nel settore del commercio informatico

Le indagini, avviate sul territorio Piceno su una partita di cartucce e toner che, oltre ad essere posta in vendita a prezzi concorrenziali, evidenziava differenze nei contenitori di plastica degli inchiostri, successivamente risultati contraffatti, hanno permesso ai finanzieri della Compagnia di Ascoli Piceno di risalire, dapprima, alle società che risultavano aver solo rifornito alle imprese ascolane le cartucce e i toner di una nota marca e, in una seconda fase, alle società di tutta la filiera dedita alla commercializzazione, nell’intero territorio nazionale, delle cartucce e dei toner contraffatti.
Poi, attraverso la complessa ricostruzione degli scambi commerciali tra le società cartiere dislocate a Roma e Milano e numerosi Paesi quali Germania, Olanda, Romania, Estonia, Danimarca, Austria, Regno Unito, Ungheria, Cipro, Svizzera, Lussemburgo e Slovenia, hanno appurato che i prodotti giunti in Italia venivano poi spediti direttamente ai reali acquirenti nazionali, senza mai entrare nell’effettiva e materiale disponibilità delle società cartiere, le quali provvedevano solamente ad emettere le fatture false di vendita per “nazionalizzare” la merce ed a creare il credito I.V.A., in capo agli effettivi acquirenti in base a simulate operazioni nazionali.
Inoltre, stando alle indagini coordinate dalla Procura di Ascoli, per rendere più difficoltosa l’individuazione delle partite irregolari, tra le ditte di copertura e quelle destinatarie erano state interposte altre imprese “filtro”, che avevano il compito di documentare le movimentazioni dei prodotti attraverso la registrazione di fatture ‘di comodo’, emettendo poi analoghe fatture di vendita false a beneficio degli effettivi utilizzatori.
Pertanto al termine dell’operazione ‘Fast Print’, una delle indagini più impegnative contro l’evasione fiscale e la contraffazione dei prodotti, a tutela sia dell’erario che degli imprenditori onesti, i finanzieri della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno hanno denunciato 87 persone per “Emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti” per 484 milioni di euro; “Occultamento e distruzione di documentazione contabile”; “Riciclaggio” per 690.000 euro; “Impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita” per 861.000 euro; “Contraffazione, alterazione o uso di segni distintivi di opere dell’ingegno o di prodotti industriali”; “Introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi”; “Vendita di prodotti industriali con segni mendaci” e “Ricettazione”.
Le società coinvolte infatti sono 78, di cui 2 qualificate quali “cartiere” a Roma e Milano ed altre 76 attive nei settori del commercio di prodotti di consumo informatici, dislocate in mezza Italia: Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Umbria, Marche, Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.
