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Immigrazione, approvato il decreto Minniti

La nuova legge contiene una serie di misure che mirano ad accelerare l'iter burocratico per le richieste di asilo e protezione umanitaria e a semplificare le espulsioni dei migranti che si trovano irregolarmente in Italia.
Il decreto che porta la firma del ministro dell'Interno Marco Minniti aumenta di molto le capacità dello Stato di esaminare le richieste d'asilo: vengono istituite sezioni specializzate presso le 26 sedi delle Corti d'appello, viene semplificato il sistema di gestione delle notifiche degli atti e vengono potenziate le commissioni territoriali prevedendo la possibilità, per il biennio 2017-2018, di assumere nuovo personale specializzato.
Lo snellimento della procedura burocratica passa però in gran parte dall'eliminazione di un grado di giudizio. In caso di respingimento della domanda di asilo da parte delle commissioni territoriali, i migranti possono fare ricorso prima al tribunale ordinario e poi alla Corte d'appello. Il decreto Minniti ha ora eliminato il terzo grado, il ricorso alla Corte d'appello, ed ha anche semplificato l'iter del secondo grado: il giudice potrà decidere senza ascoltare il richiedente asilo, limitandosi a guardare la videoregistrazione dell'udienza nel primo grado.
Questa impostazione è stata criticata da numerose ong e da diversi esponenti politici perchè creerebbe di fatto una giustizia separata, minore, per i migranti.
La nuova legge interviene anche sulla disciplina delle espulsioni, creando una nuova rete di centri dove i migranti vengono trattenuti prima di essere espulsi dal territorio italiano. I vecchi "Centri di identificazione ed espulsione" (CIE), criticati da anni perché ospitano i migranti in condizioni poco dignitose, verranno sostituiti dai “Centri di permanenza per il rimpatrio” (CPR), strutture più piccole, lontane dai centri urbani e distribuite sul territorio, una per regione. Con il nuovo sistema la capienza complessiva dei centri passerà dagli attuali 600 posti a 1.600.

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