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Strage di piazza della Loggia: ergastolo per Maggi e Tramonte

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strage di piazza della Loggia
La Corte di Cassazione ha confermato martedì la condanna all'ergastolo per i terroristi neofascisti Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, accusati di essere gli autori della strage di piazza della Loggia a Brescia avvenuta il 28 maggio 1974, quando una bomba uccise 8 persone e ne ferì altre 102.

Entrambi gli imputati si trovavano in libertà al momento della lettura della sentenza: nel luglio 2015 al termine del processo d’appello bis non era stata disposta nessuna misura cautelare. Tramonte, risultato irreperibile, è stato arrestato a Fatima, in Portogallo. A Maggi, gravemente malato, il provvedimento è stato notificato nella sua casa a Venezia.

Carlo Maria Maggi, medico e ex dirigente di Ordine Nuovo, un movimento neofascista attivo tra gli anni Sessanta e Settanta, è stato condannato come mandante della strage; Maurizio Tramonte, ex collaboratore dei servizi segreti noto come fonte "Tritone”, come uno degli esecutori materiali dell'attentato.

La bomba di piazza della Loggia a Brescia, uno dei più gravi attentati compiuti in Italia durante gli "anni di piombo", esplose la mattina del 28 maggio 1974, durante una manifestazione organizzata dai sindacati di sinistra contro il terrorismo neofascista. Le inchieste svolte tra gli anni Settante e Ottanta e i successivi processi si conclusero senza condanne, tra depistaggi e sentenze ribaltate in Appello e Cassazione.

Il processo concluso martedì con le condanne di Maggi e Tramonte era iniziato negli anni Duemila. Gli imputati erano Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi, Maurizio Tramonte, Pino Rauti, tutti membri di Ordine Nuovo, l'ufficiale dei carabinieri Francesco Delfino e il funzionario del ministero dell’Interno Giovanni Maifredi. Vennero tutti assolti per insufficienza di prove nel 2012. Nel 2014 la Cassazione ordinò però di rifare il processo, a carico dei soli Maggi e Tramonte.



di Marco Vitaloni
vivere.biz/marcovitaloni






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