Ostra: neonata gettata tra i rifiuti, si cerca la madre in nove comuni

Indagini che si profilano particolarmente complesse perchè è come cercare un ago in un pagliaio. La Procura ha aperto un fasciolco contro ignoti per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Questo a seguito dei risultati dell'autopsia eseguita venerdì sul corpcino della neonata trovata fra la spazzatura sul rullo trasportatore dell'azienda di smaltimento rifiuti di Cavallari Group di Casine di Ostra. L'esame autoptico ha infatti stabilito che la neonata è nata viva, ha respirato per diverse ore, forse anche un giorno, anche se non è stata mai nutrita nè vestita.
La neonata sarebbe quindi stata gettata probabilmente ancora viva in un cassonetto dei rifiuta, chiusa in un contenitore, forse una borsa o una busta. Chi ha deciso di disfarsi in modo atroce di quella neonata l'ha fatto subito dopo il parto e questo lo dimostrano alcuni frammenti di cordone ombelicale trovati ancora attaccati al corpicino dilaniato della piccola. Tracce di dna preziosissimo per gli inquirenti nel caso in cui si arrivasse ad avere dei sospettati. I resti ematici trovati sul corpicino della piccola così come il cordone ombelicale sono elementi fondamentali per risalire quanto meno alla donna che l'ha partorita. Nell'azienda di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi di Casine di Ostra arrivano ritiri da tutta la provincia di Ancona e anche da Perugia. In particolare l'attenzione è focalizzata su dieci cassonetti svuotati tra mercoledi e giovedì e arrivati in azienda da novi comuni della Provincia di Ancona, Perugia e Pesaro.
Gli investigatori stanno acquisendo tutti i filmati delle telecamere installate in prossimità di questi cassonetti per visionare eventuali passaggi di persone sospette. Non tutti i cassonetti però si trovano in zone monitorate. Contemporaneamente i militari stanno contattando tutti gli ospedali delle province interessate per sapere se ci sono stati ricoveri “sospetti” di donne con evidenti sintomi o complicazioni post-parto. E' certo infatti che la neonata è stata partorita “clandestinamente”, magari in casa e comunque non in una struttura ospedaliera. E' possibile anche che la donna che ha partorito la neonata non abbia agito da sola e che qualcun altro abbia partecipato in maniera attiva, forse determinante, all'infanticidio.

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