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Cassazione: la cannabis light è legale

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La vendita e l'uso della cosiddetta "cannabis light", cioè quella con un basso livello del principio attivo THC, è lecita.

Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, che con una sentenza depositata giovedì ha annullato il sequestro preventivo disposto dal tribunale del riesame di Macerata nei confronti di un commerciante 28enne di Porto Recanati.

Secondo la Suprema Corte, la liceità della vendita delle infiorescenze della canapa con un principio attivo entro lo 0,6% è un "corollario logico-giuridico" della liceità della coltivazione, permessa e regolata dalla legge 242 del 2016. Sulla stessa materia, relativamente a un sequestro effettuato a Forlì, la Corte si era espressa precedentemente in senso opposto, affermando che "la presenza di un principio attivo sino allo 0,6% è consentita solo per i coltivatori".

La norma di tre anni fa parla della coltivazione ma non della commercializzazione, ma, secondo l'ultima sentenza della Cassazione, "risulta del tutto ovvio" che la vendita sia consentita per i prodotti della canapa oggetto della promozione contemplata dalla legge.

I negozi non possono quindi essere sottoposti a sequestri preventivi: la polizia può sequestrare o distruggere le piante solo se, dopo un controllo, il contenuto di THC supera lo 0,6%, che, precisa la Cassazione, è il limite entro il quale la cannabis è regolata dalla legge del 2016 e non dal testo unico sulle sostanze stupefacenti.