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Tragedia di Corinaldo: iniziati gli interrogatori, Andrea Cavallari, "Non c'entro nulla"

"Con lo spray io non c'entro niente, ero a Corinaldo ma è stato l'altro gruppo a farlo" ha detto lunedì Andrea Cavallari nel corso dell'interrogatorio del carcere di Marassi. Ha ammesso di essere entrato alla Lanterna, ma solo "dieci minuti prima della tragedia" e di non essere responsabile dell'accaduto.
L'ipotesi è che il gruppetto composto da Andrea Cavallari, Moez Akari e e Sohuibab Haddada, proverà a smarcarsi dal resto della banda maggiormente compromesso a seguito del ritrovamento delle tracce di Dna di uno di loro, Ugo di Puorto, sulla bomboletta trovata all'interno della discoteca. La banda infatti sembra entrasse in azione in squadre che agivano in modo indipendente. Insieme a Ugo di Puorto anche Badr Amouiyah, Raffaele Mormone e Eros Amoruso, deceduto in un incidente d'auto lo scorso 25 aprile.
Il giovane di Bomporto nel corso dell'interrogatorio si è poi avvalso della facoltà di non rispondere.
Secondo quanto emerso dalle indagini ogni squadra agiva con un ladro vero e proprio che aveva il compito di strappare alla giovane vittima la collanina o il bracciale, mentre i complici, uno o due, dovevano creare il diversivo, con spintoni o fingendo di fotografare la vittima per distrarla. A quel punto il ladro passava il bottino ad un altro ragazzo, in modo da disfarsi subito dell'oggetto rubato nel caso fosse stato riconosciuto. Una dinamica ben collaudata che mette in luce come le scorribande andassero avanti da tempo.
Martedì previsti gli interrogatori degli altri giovani, di cui 5 ristretti presso la Casa Circondariale di Modena e uno presso quella di Ravenna.

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