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Torino: ricattavano la società, arrestati capi ultrà della Juventus

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Lunedì mattina la polizia ha arrestato i capi e i principali esponenti dei gruppi di ultrà della tifoseria della Juventus, nell'ambito dell'inchiesta "Last banner" condotta dalla Digos e coordinata dalla procura di Torino.

Sono tutti accusate a vario titolo di associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata. Sono state eseguite 12 misure cautelari, tra arresti e obblighi di dimora. In manette sono finiti Geraldo Mocciola, Salvatore Cava, Domenico Scarano, Umberto Toia, Luca Pavarino e Sergio Genre; ai domiciliari Fabio Trinchero, Giuseppe Franzo, Christian Fasoli e Roberto Drago, mentre nei confronto di Massimo Toia e Massimo Corrado Vitale è stato disposto l'obbligo di dimora. Sono i leader e i pincipali esponenti dei gruppi organizzati della curva bianconera: 'Drughi', 'Tradizione', 'Viking', 'Nucleo 1985' e 'Quelli...di via Filadelfia'.

Tra gli arrestati c'è il capo dei Drughi, Geraldo Mocciola, noto alle cronache per essere finito in carcere negli anni Novanta per l'omicidio di un carabiniere durante una rapina. Mocciola è anche considerato uno dei responsabili delle infiltrazioni della 'ndrangheta nella curva juventina. Oltre agli arresti la polizia ha eseguito numerose perquisizioni in varie città d'Italia.

Secondo la procura torinese, i capi ultrà avevano costituito un’associazione a delinquere che ricattava i dirigenti della Juventus per ottenere biglietti gratuiti per le partite della squadra, che poi rivendevano gestendo il bagarinaggio. L'inchiesta, che vede tra gli indagati una quarantina di altri soggetti, era stata avviata lo scorso anno in seguito alla denuncia presentata dalla stessa Juventus.

Alla fine della scorsa stagione, la società aveva tolto alcuni privilegi ai gruppi ultrà, scatenando la reazione dei leader dei gruppi organizzati, che avevano dato vita a scioperi del tifo e cori razzisti durante le partite, intonati solo per far infliggere multe alla società. Secondo l'accusa, i Drughi e gli altri gruppi organizzati avrebbero attuato una “precisa strategia estorsiva" per riottenere i privilegi persi.



di Marco Vitaloni
vivere.biz/marcovitaloni