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Roma, accoltella vigilante e gli ruba la pistola, poi si spara: il drammatico racconto

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carabinieri infermieri
L’autore dell’aggressione si è ucciso con un colpo di pistola alla testa

È accaduto tutto in pochi secondi, nella giornata di giovedì 26 settembre, alla fermata della Metro B della stazione Tiburtina.

Secondo quanto ricostruito da “Il Corriere della Sera”, un ragazzo congolese di 21 anni, si è tolto la vita sparandosi alla testa, dopo aver accoltellato alla gola e disarmato un vigilante dell’Italpol. La guardia giurata, Massimo Petrini di 55 anni, ha subito due coltellate alla gola ed è stato ricoverato all’Ospedale Umberto I, ma non è in pericolo di vita.

“Mi ha assalito all’improvviso, a freddo. Non ho avuto nemmeno il tempo di reagire, ho provato a inseguirlo”, ha commentato la guardia giurata dal reparto di rianimazione, “Non mi sembrava nemmeno una faccia conosciuta”, ha aggiunto Petrini.

Stando a una prima ricostruzione della Digos, l’aggressore soffriva di problemi psichici, ma restano da chiarire i motivi che hanno spinto l’uomo ad aggredire il vigilante.

Sull’episodio è intervenuto il sindacato autonomo di vigilanza privata (Savip) che ha richiesto maggiori tutele per gli agenti della sicurezza. Il segretario generale Vincenzo Del Vicario ha dichiarato: “Certi servizi dovrebbero essere svolti da guardie che hanno uno specifico addestramento e particolari dotazioni, come i giubbetti leggeri di protezione. In un luogo come la Stazione Tiburtina, poi, il collega è stato assalito quando si trovava solo. Invece, noi riteniamo che vi debbano essere almeno due operatori, come avviene per le forze di polizia”.



di Maria Luigia Lapenna






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