Approvato il taglio dei parlamentari: cosa cambia

La legge è stata approvata a larghissima maggioranza, con 553 voti a favore, 12 contrari e 2 astenuti. A favore hanno votato tutte le principali forze di maggioranza (M5s, Pd, Italia Viva, Leu) e di opposizione (Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia).
Essendo una riforma costituzionale, sono stati necessari quattro passaggi parlamentari, due alla Camera e due al Senato. La riforma non entrerà però subito in vigore: nei tre mesi successivi alla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale potrebbe venire presentata una richiesta di referendum confermativo (che sarà senza quorum) da parte di un quinto dei membri di una delle due camere, di 500 mila elettori o da cinque consigli regionali.
La legge prevede la riduzione del numero dei deputati da 630 a 400 e quello dei senatori da 315 a 200, oltre a quello dei deputati (da 12 a 8) e dei senatori (da 6 a 4) eletti all'estero. La riforma va a cambiare quindi anche il rapporto numerico di rappresentanza in Parlamento: si passa da 1 deputato per 96.006 abitanti a 1 ogni 151.210 abitanti. L'Italia diventerebbe quindi, tra i grandi paesi europei, quello con il parlamento più piccolo in rapporto alla popolazione: Francia, Germania e Regno Unito hanno circa un parlamentare ogni 100-110 abitanti.
La riforma comporterà la necessità di ridisegnare i collegi elettorali con una nuova legge elettorale, che i partiti di maggioranza si sono impegnati a presentare entro la fine dell'anno. PD, M5S, Ialia Viva e Leu si sono inoltre impegnati a discutere alcune nuove riforme costituzionali per eliminare la base regionale per l'elezione del Senato e abbassare l'età per votare al Senato a 18 anni, come alla Camera.

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