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Spese facili in Regione Marche, condannati quattro ex consiglieri

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Si è concluso con quattro condanne, con pene sospese, e un'assoluzione il processo con rito abbreviato per le cosidette 'spese facili' al Consiglio regionale delle Marche nel periodo compreso tra il 2008 e il 2012.

Lunedì mattina il gup del tribunale di Ancona Francesca De Palma ha deciso le pene per gli ex consiglieri regionali accusati di peculato che hanno scelto il rito abbreviato. Molti dei capi d'imputazione contestati dal pm sono caduti.

La pena più alta, due anni, è andata a Lidio Rocchi, ex consigliere socialista. Condannate a un anno Stefania Benatti e Adriana Mollaroli del Pd; a un anno e otto mesi Giovanni Zinni, ex Fratelli d'Italia. Per tutti, che hanno già annunciato ricorso, c'è la sospensione condizionale della pena. Assolto invece, perchè il fatto non sussite, Francesco Acquaroli, ora parlamentare di FdI.

Il giudice ha disposto anche le confische per le somme di denaro contestate: 29.500 euro per Rocchi, 9.110 euro per Zinni, 2.325 euro per Benatti e 856 per Mollaroli. Per tutti gli altri 55 ex consiglieri rinviati a giudizio il processo con rito ordinario inizierà il prossimo 3 giugno.

Questo il commento di Giovanni Zinni, attuale segretario regionale del Movimento Nazionale per la Sovranità: "Sono esterrefatto da questa sentenza di condanna perché continuo a ribadire che non ho fatto proprio alcun peculato. Mi riservo di commentare meglio il provvedimento quando avrò letto le motivazioni della sentenza. Ma una cosa la ribadisco subito e cioè che gli incarichi di collaborazione che riguardano i miei capi di imputazione erano sicuramente attinenti le attività consiliari tant'è che una di queste contribuì a farmi presentare un disegno di legge poi approvato. La legge regionale consentiva questi incarichi. Chi mi conosce sa che persona sono e finché avrò fiato in gola ribadirò la mia innocenza. Pertanto presenterò appello contro un provvedimento che cerca di infangare la mia onestà militanza politica".