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Diario dalla Catalogna: la repressione che non si ferma

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Questo lunedì è iniziato il Procedimento Penale contro il Presidente del Governo Catalano Quim Torra. Torra è il Presidente in carica del Governo catalano, che sostituisce il Presidente Carles Puigdemont, in esilo in Belgio.

Puigdemont è quello che gli indipendentisti, compreso Torra, considerano il legittimo Presidente del loro Paese. Infatti, il Presidente Torra ha dichiarato più volte che il giorno più felice della sua vita sarà quello in cui potrà rinunciare alla presidenza affinché questa sia ripresa da Puigdemont, una volta rientrato dall’esilio.

Ma di cosa è accusato Torra? Di disobbedienza. Perché? Per non aver tolto dei fiocchi gialli e un cartello in solidarietà con i prigionieri politici catalani dalla facciata della sede del Governo catalano quando la Giunta Elettorale Centrale glielo ha ordinato. I fiocchi gialli in Catalogna sono un simbolo di solidarietà con i prigionieri politici e gli esiliati, e molta gente li indossa nel risvolto delle giacche; se ne vedono, anche, spesso, nelle strade delle città catalane, o dipinti per terra, o esposti nei balconi dei palazzi, o attaccati ai cartelli stradali ecc.

La pena che dovrà affrontare Torra, che si è rifiutato di togliere i fiocchi adducendo il suo diritto alla libertà di espressione, è di 20 mesi di sospensione del suo mandato.

Dopo la condanna a 100 anni di carcere ai leader indipendentisti, per aver organizzato un referendum di autodeterminazione, il meccanismo repressivo spagnolo contro gli indipendentisti catalani non si ferma, bensì incalza.

Ci saranno giudizi contro i membri della cosiddetta “Sindicatura Electoral” catalana, (l’Organismo che ha controllato il funzionamento del referendum), contro i membri del seggio del Parlamento Catalano per aver permesso un dibattito sull’autodeterminazione, contro molti sindaci per aver offerto locali dove mettere in atto il referendum, contro 28 ragazzi, che ancora sono in carcere, per gli scontri con la polizia dopo la sentenza contro i leader catalani ecc.

Oltre a questo, il potere giudiziario spagnolo, che è controllato dal potere esecutivo come non accade in nessuna democrazia occidentale, ha chiesto per la terza volta alle autorità belghe l’estradizione del Presidente Puigdemont affinché sia giudicato dai tribunali spagnoli. Questa è stata una promessa elettorale fatta dal Presidente spagnolo Sánchez, lo stesso Presidente che ora chiede ai partiti indipendentisti catalani appoggio per essere eletto e formare il Governo.

Passano i secoli, passano gli anni, l’Europa evolve, il mondo si trasforma, i valori democratici si sviluppano ovunque, ma la Spagna rimane immobile e saldamente attaccata alle consuetudini repressive relative all’epoca del suo decadente Impero. Infatti non ha saputo, né saprà mai, affrontare il problema catalano se non con la repressione ed il carcere.

Dopo la totale sconfitta che i catalani subirono nel 1714, quando oltre a perdere la Guerra di Successione persero anche il loro Governo, le loro leggi, i loro diritti, la loro moneta e tutto quello che è proprio di uno Stato, e la loro lingua venne sottoposta a una persecuzione ossessiva da parte dello stato spagnolo fino alla seconda Repubblica Spagnola nel 1931, i catalani non hanno mai avuto un auto-governo. Il breve periodo della seconda Repubblica è stata una piccola oasi durata fino alla dittatura di Franco.

Dopo la dittatura di Franco, i catalani hanno recuperato un certo auto-governo e hanno avuto altri presidenti. Quindi, col recupero dell’autogoverno nel Novecento ci sono stati dieci Presidenti catalani, ma di questi dieci soltanto due non sono stati mandati in carcere, in esilio o sospesi dal loro mandato.

Di seguito l'infelice elenco.

- Francesc Macià: esiliato;
- Lluís Companys: condannato a morte ed ucciso;
- JosepIrla: esiliato;
- Josep Taradellas: esiliato;
- Jordi Pujol: arrestato;
-Pasqual Maragall: nessuna condanna;
- José Montilla: nessuna condanna;
- Artur Mas: sospeso dal mandato;
- Carles Puigdemont: esiliato;
- Quim Torra: tuttora sotto processo, rischia di essere sospeso dal mandato.

Questo è il destino dei Presidenti catalani: subire la repressione dello stato spagnolo, ma questo tipo di opressione non solo si manifesta contro i presidenti, ma anche contro tutto un Popolo che da secoli lotta per non scomparire come nazione, e che lo Stato Spagnolo tratta alla stregua di una colonia.

Un’occhiata alla lista di Presidenti catalani combattuti ed oppressi nel Novecento e nel Ventesimo secolo invita a riflettere. Cosa succede in Catalogna dal momento che la storia si ripete ciclicamente? Accade che la Spagna non la considera quello che è, cioè una nazione che ha più di mille anni di storia e che reclama, esige e merita una sua autonomia ed indipendenza nell'Europa e nel mondo, e che non sente di fare parte della Spagna, ma anzi la vive come un freno al suo sogno di libertà.

I catalani si chiedono ancora quanto carcere, quanto esilio, quanta repressione dovranno ancora subire per far sì che l’Europa, che non ha alcun problema ad ammonire Paesi come l’Ungheria o la Polonia per la violazione dei diritti umani, intervenga e faccia da mediatore in questo conflitto.

Ma l’Europa tace.