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Diario della Catalogna: in attesa di giorni decisivi

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Catalogna
Nella complicata partita a scacchi che si sta giocando tra Catalogna e Spagna, questi sono giorni di attesa. Infatti, si avvicinano giornate determinanti che potrebbero cambiare la situazione attuale e renderla ancora più precaria.

È molto probabile che, a breve, sarà nota la sentenza di giudizio contro il Presidente catalano Quim Torra, accusato del reato "di disobbedienza" per essersi rifiutato di rimuovere un manifesto, di solidarietà verso i prigionieri politici catalani, dalla facciata della sede del Governo catalano.

Considerando l'esito dei precedenti giudizi contro i leader indipendentisti, è scontato che la sentenza condannerà il Presidente e Torra verrà destituito dal suo incarico: sarà, così, il dodicesimo Presidente, su quattordici dall'inizio del Novecento, a subire la repressione dello Stato spagnolo.

Non c’è alcun dubbio che la sentenza avrà esito negativo, perché Torra ha dichiarato in giudizio che, ha disubbidito all’ordine di togliere il manifesto: "Perché era un ordine ingiusto ed io non ubbidisco a ordini ingiusti" (Sic et simpliciter).

Potrebbe sorprendere un politico che rischia il suo carico per una cosa del genere, ma Torra, non è un politico bensì un intellettuale, è Presidente del Governo catalano perché il legittimo Presidente, Carles Puigdemont è stato costretto all'esilio. Torra non ha alcun interesse ad essere Presidente della Catalogna, bensì ha il grande desiderio di aiutare la Catalogna ad ottenere, finalmente, la tanto agognata, sofferta e meritata indipendenza.

I politici indipendentisti catalani non sono come i comuni politici di altri paesi che, solitamente, pensano ai loro interessi ed a mantenere il potere il più a lungo possibile; come hanno dimostrato, sono politici che affrontano il carcere e l’esilio per difendere la causa che sostengono.

Oltre alla sentenza contro Torra, un altro giorno che potrebbe essere decisivo sarà il 18 dicembre. In tale giorno, il Tribunale di Giustizia dell'Unione Europea dovrà decidere se Puigdemont, il suo veterano vicepresidente Oriol Junqueras (ora in carcere con una condanna di tredici anni), ed un ex Ministro catalano Toni Comín (esiliato con Puigdemont in Belgio), potranno godere dell'immunità parlamentare. I tre sono stati eletti Deputati al Parlamento Europeo nelle ultime elezioni europee. La lista di Puigdemont ha vinto le elezione europee in Catalogna, ma i tre politici non sono stati notificati come Deputati europei perché non hanno ritirato i rispettivi attestati.

Il Tribunale Supremo dovrà decidere se, cronologicamente parlando, la carica di Deputato si acquisisca nel momento in cui un candidato è votato o nel momento in cui egli ritira il suo attestato.

Questo è determinante perché, ovviamente, Puigdemont non può ritirare il suo l'attestato in quanto, per farlo, dovrebbe andare a Madrid dove sarebbe immediatamente arrestato e sbattuto in carcere.

Se il Tribunale Supremo deciderà che sono i voti a garantire la carica di Deputato, Puigdemont godrà, immediatamente, dell'immunità parlamentare e secondo la legge internazionale potrebbe ritornare in Catalogna come libero cittadino, poiché per processarlo il Tribunale spagnolo dovrebbe chiedere il permesso al Parlamento Europeo.

Dal momento che, è quasi sicuro che Torra sarà destituito dal suo carico, è molto probabile che ci siano nuove elezioni in Catalogna e, con l'immunità, Puigdemont potrebbe candidarsi e vincere di nuovo, visto che tutte le volte che si è candidato la sua lista ha vinto le elezioni.

Se questo accadesse provocherebbe una crisi nello Stato spagnolo di dimensioni incalcolabili. Questo schiaffo della giustizia europea sarebbe insopportabile per la maggior parte degli spagnoli, e molti opterebbero per staccarsi dall' Europa. Non si deve dimenticare che il terzo partito con più deputati in Spagna, Vox, é un partito di estrema destra e fascista e quindi anti-europeo.

Ritornerà Puigdemont se la sentenza del Tribunale di Giustizia Europea gli fosse favorevole?

La sua consapevolezza gli sconsiglia di farlo. Egli sa bene che lo Stato spagnolo non rispetterebbe il diritto internazionale; in un caso come questo il dispotico orgoglio spagnolo sarebbe più forte di un trattato internazionale e, se ritornasse, molto probabilmente Puigdemont verrebbe arrestato dalla polizia spagnola a pochi metri della frontiera.

Cosa farà l’Europa se questo dovesse accadere? Probabilmente niente. L’Europa sa soltanto tacere ma, in questo caso, lo Stato spagnolo violerebbe una normativa internazionale dell'Unione Europea. Non sarebbe una situazione facile da gestire da parte della Unione Europea, ma i catalani sanno perfettamente che non avranno nessun aiuto dall’estero.

Se il Tribunale Supremo dovesse deliberare a favore dell'immunità di Puigdemont, la crisi catalana diventerebbe una crisi di livello europeo, esattamente quello che hanno sempre auspicato gli indipendentisti catalani: internazionalizzare il conflitto.

Infatti, l'unica possibilità che i catalani hanno di vincere è che la partita si giochi in Europa.



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