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Coronavirus, riuscito il trapianto di polmoni a un ragazzo di 18 anni

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Per la prima volta in Europa, l’intervento miracoloso è stato eseguito dai medici del Policlinico di Milano

Era in fin di vita il giovane che in pochi giorni si è ritrovato con i polmoni “bruciati” dal Covid-19: il virus gli aveva reso i due organi letteralmente incapaci di respirare.

Ma per Francesco, il miracolo è stato compiuto – per la prima volta in Europa – dallo staff dei medici del Policlinico di Milano, sotto il coordinamento del Centro nazionale trapianti, con il Centro regionale trapianti e il Nord Italia transplant program. Da lì a poco, un intervento analogo è stato realizzato in Austria: prima d’ora, un’operazione simile non era mai stata compiuta, se non in rari casi in Cina.

Il calvario del ragazzo è iniziato il 2 marzo e, a pochi giorni di distanza è stato ricoverato nella terapia intensiva dell’Ospedale San Raffaele di Milano. Nei giorni seguenti Francesco viene intubato, ma ormai i suoi polmoni sono compromessi fatalmente: il coronavirus gli aveva “bruciato” gli organi respiratori, impedendogli di respirare autonomamente, nonostante fosse giovane e sano. Da lì i medici del San Raffaele, dopo essersi confrontati con lo staff del Policlinico, hanno deciso di tentare con il trapianto di polmoni e pianificato la strategia per realizzare ciò che non era mai stato fatto in Europa, per provare a salvare la vita al ragazzo.

I medici hanno messo in moto il Centro nazionale trapianti, e il 30 aprile il ragazzo è stato inserito nella lista d’attesa urgente: meno di due settimane dopo, la notizia di un donatore idoneo, deceduto in un’altra regione e negativo al Covid.

Il governatore della Lombardia Fontana ha così commentato la delicata operazione: “Riuscire a compiere quello che appare quasi un miracolo, in piena pandemia dimostra ancora una volta l'eccellenza della sanità lombarda. Esprimo a nome della Giunta e di tutti i lombardi le più vive congratulazioni a tutta l'equipe del Policlinico di Milano e al Centro Nazionale Trapianti, per essere stati pionieri di una pratica che potrà essere replicata in tutto il mondo, ma soprattutto per aver ridato la vita a questo giovane paziente, colpito in modo drammatico dal virus. A Francesco l'augurio più grande di tornare presto in forze".



di Maria Luigia Lapenna






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