SEI IN > VIVERE ITALIA > ATTUALITA'

articolo
Ma il virus è davvero cambiato?

2' di lettura 391

Gli esperti dicono che il virus sta cambiando. Sarà un cambiamento positivo o negativo?

La percentuale dei ricoverati in Italia rispetto al numero dei malati da Covid-19, è ad oggi del 15,17%, rispetto al 61,13% dello scorso 6 marzo. Gli esperti hanno riscontrato che i malati adesso, arrivano in ospedale in condizioni migliori, con prognosi più favorevoli.

Numeri che lasciano ben sperare nell'attuazione degli effetti devastanti del virus, anche se in ballo ci sono ancora innumerevoli variabili, tipo la tempistica dei risultati del tampone, perchè ad esempio, se un individuo si è ammalato un mese fa, il risultato positivo è arrivato in ritardo. Il mondo scientifico però, si divide a metà su questo argomento. C'è chi sostiene che il crollo dei ricoveri e delle terapie intensive, sia dovuto esclusivamente all'effetto del lockdown, o chi sostiene che le terapie invece, siano migliorate.

Qualcun altro ancora, ipotizza invece che il caldo giochi un ruolo importante, e che grazie anche all'uso collettivo delle mascherine, la carica virale sia diminuita. Ma l'ipotesi più estrema, è quella secondo cui il Sars-CoV-2 sia proprio mutato geneticamente, circolando in una versione più "soft". A proposito di tale ipotesi, Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia, ha affermato: "Sì, il nuovo Coronavirus sta perdendo forza. Dopo che in laboratorio è stata isolata una variante estremamente meno potente, più buona. Mentre i ceppi virali che siamo stati abituati a vedere in questi mesi, sono bombe biologiche capaci di sterminare le cellule bersaglio in 2-3 giorni, mentre questo nuovo ceppo virale ha bisogno minimo di 6 giorni, il doppio del tempo".

Massimo Andreoni invece, direttore scientifico della Società italiana delle malattie infettive, dice che: "Sul virus buono non ci sono evidenze scientifiche, i singoli casi sono interessanti, ma non fanno la regola, il virus resta estremamente pericoloso".

Attenzione quindi, che in attesa di studi validati e pubblicati sulla nuova variante "buona" del virus, non si molli la presa sulla prevenzione collettiva mantenuta finora.


di Hazelnut
redazione@viverepuglia.it