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Concluso, a Roma, l'XI Congresso nazionale dei medici oculisti: molti i problemi, e le soluzioni, sul tappeto

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Dopo due giornate ricche di appuntamenti, durante le quali vari esperti si sono confrontati sui principali temi in ambito oculistico, si è chiuso a Roma l’XI Congresso nazionale dell’Associazione Italiana dei Medici Oculisti, all’insegna dello slogan “Una buona vista supera le distanze”.

Dopo due giornate ricche di appuntamenti, durante le quali vari esperti si sono confrontati sui principali temi in ambito oculistico, si è chiuso a Roma l’XI Congresso nazionale dell’Associazione Italiana dei Medici Oculisti, all’insegna dello slogan “Una buona vista supera le distanze”. Soddisfatto il presidente di AIMO, Luca Menabuoni, che in un comunicato ufficiale dell’associazione ha commentato: “Siamo molto soddisfatti per la riuscita del nostro Congresso: la sua formula ‘ibrida’, che ha visto relatori in presenza e partecipanti a distanza, è stata davvero vincente e avvincente. Non è stato facile organizzare l’evento, considerato il periodo di emergenza che stiamo vivendo, e son state tante le difficoltà affrontate per coordinare gli interventi di tutti i relatori all’interno di una grande ‘regia’. Ma ci abbiamo messo il massimo impegno e il risultato si è visto. È come aver assistito ad un grande ‘talk show’ sull’oculistica. E non escludiamo che anche per il futuro, Coronavirus a parte, questa formula possa essere ripetuta”.

“Durante il lockdown, infatti”, prosegue il Presidente AIMO, “siamo stati tutti quanti costretti ad usare videoterminali per parlare e soprattutto vedere i nostri cari Ora ci auguriamo senz’altro tempi migliori, però il Coronavirus, nel frattempo, ci ha insegnato a non fermarci (o quasi) davanti a nulla; ma soprattutto a capire che altre modalità di interazione sono possibili. È nata anche così l’idea di fare il Congresso in parte a distanza, perché appunto ‘una buona vista supera le distanze’”.

Della soluzione tecnica adottata per il congresso si dice soddisfatto anche il Dr. Gian Piero Covelli, oculista, medico universitario presso l’Ospedale romano “S.Andrea”: “In questo modo,con tanti interventi in web, in diretta o già registrati, arriva pressochè a tutti gli oculisti italiani il messaggio di questo Congresso: dove son stati affrontati temi importanti e complessi come l’ergoftalmologia, cioè il rapporto tra oculistica e medicina del lavoro”.

Sabato 19 ottobre, ultima giornata del Congresso, son stati affrontati sempre diversi temi, ognuno in un’apposita sessione: dai disturbi della retina a quelli della cornea, dalla comunicazione medico-paziente all'oftalmoplastica. Si è parlato, tra l’altro, dell’importanza della cartella clinica come documento e, soprattutto, atto pubblico, fonte primaria di quanto riporta: la cui manipolazione si configura come preciso illecito penale (Dr. Giovanni Liguori, di Napoli). E del “consenso informato”, procedura ineliminabile dell’etica professionale medica intesa come informazione adeguata del paziente, sulle terapie da seguire (possibili operazioni in primo luogo), le possibili alternative e tutte le prevedibili conseguenze ( concetti, questi ultimi, tutti ribaditi, tra il 2010 e il 2020, da varie sentenze della Corte di Cassazione e pronunce della Consulta, nello spirito degli artt. 2, 13 e 32 della Costituzione).

Il pomeriggio di sabato è proseguito l’approfondimento: col simposio, tra l'altro, del G.O.A.L., Gruppo Oculisti Ambulatoriali Liberi, su “La telemedicina in oftalmologia” ( responsabile il Dr. Danilo Mazzacane, segretario del GOAL e consigliere AIMO). Gian Piero Covelli e altri specialisti, coordinati dal Dr. Daniele di Clemente, si sono occupati di “Sfumature nell’ergoftalmologia”. Di Clemente, socio, oltre che dell'AIMO, dell' European Society of Ophtalmology e dell' American Academy of Ophtalmology, ha sottolineato l’importanza dell’ergoftalmologia anche come mezzo per individuare, nel paziente, patologie da tempo silenti e del tutto inaspettate. Come anzitutto il glaucoma: “ladro silenzioso della vista che oggi è divenuto una delle principali patologie europee”.