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Ricciardi (consulente del ministro della Salute): "L'Italia parte essenziale del Programma settennale anticancro dell'Unione Europea"

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“Le cinque sfide globali su cui la Commissione europea ritiene che i Paesi membri da soli non ce la facciano sono: cambiamento climatico, alimentazione, acqua, connessività delle grandi aree metropolitane e cancro. Perché anche il cancro?”.

“In questo momento i Paesi dell’UE hanno meno del 10% della popolazione e il 25% della casistica mondiale dei tumori. Con l’evoluzione demografica, si prevede che entro il 2030-2035 avremo meno del 10% della popolazione mondiale e il 50% della casistica. Si capisce, quindi, perché questa è una cosa che i singoli Stati o le singole regioni non possono affrontare da soli”.

L’ ha detto, all’agenzia “DIRE”, Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute e presidente della Mission board for Cancer dell’Unione Europea (l’organismo che si occupa di strategie contro il cancro in Europa, ndr), intervenendo al convegno online “Oncologia del territorio”, promosso a Roma, dall’Osservatorio Sanità e Salute, in collaborazione col movimento Cittadinanzattiva, e col patrocinio di AIOM, Associazione Italiana per l' Oncologia medica. Responsabile scientifico del convegno, il professor Stefano Vella (Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma), rappresentante italiano del Programma quadro europeo per la ricerca 2021-2027.

“La Commissione europea ha quindi messo a disposizione le energie migliori per cercare di fare delle proposte”, ha spiegato Ricciardi. “Ho avuto l’onore di presiedere questo gruppo e di portare 13 proposte molto concrete, che saranno oggetto di un programma che verrà finanziato dalla Commissione a partire dall’anno prossimo e per i prossimi sette anni. Si tratta di un programma articolato sostanzialmente su quattro perni, il primo dei quali è la prevenzione. E ci ha stupito enormemente, parlando con i cittadini, che sono loro stessi ad essere assolutamente convinti della necessità di investire in prevenzione. Non ci sono soltanto pochi ‘visionari’ a dire che è meglio prevenire”. Adesso, secondo l’esperto, la responsabilità della Commissione europea è di “non far fallire questo programma”, ma sta “anche all’Italia impegnarsi e partecipare a questo sforzo, cercando di essere un pò più coordinata (chiaramente, tra Stato ed enti locali: com’è emerso piu’volte, in occasione della lotta al Covid-19.N.d.R.). Credo che questa possa essere una buona occasione”.

In merito all’interruzione delle visite oncologiche a causa dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19, Ricciardi ha portato come buon esempio quello del Cancer Center del Policlinico Gemelli di Roma: che “non ha mai smesso di funzionare. È stato uno dei pochi centri di igiene ospedaliera che ha fatto sì che i pazienti continuassero ad andare e ad essere curati in sicurezza anche a marzo o ad aprile. Quindi se ci sono la volontà e le capacità le cure si possono non interrompere”.