SEI IN > VIVERE ITALIA > ATTUALITà

Galli, primario malattie infettive al "Sacco" di Milano: 20 milioni di vaccinati a giugno? Auspicabile, ma bisogna vedere se ci saranno veramente i vaccini

2' di lettura 205

"Sarebbe molto importante poter avere una strategia vaccinale in condizione di funzionare nel breve termine e in modo vasto: piu' ti allunghi nelle somministrazioni piu' aumenti i rischi, persino generati dalle persone vaccinate. Esistono infatti le 'escape mutanions' note anche per altre condizioni: si verificano tanto piu' restano persone non immuni, pur se vaccinate, perche' queste persone non rispondono in modo previsto all'immunizzazione indotta".

A dirlo e' Massimo Galli, professore e primario di malattie infettive al "Sacco" di Milano, interpellato dall'agenzia "Dire".
"Mi auguro davvero che i 20 milioni di vaccinati (un terzo della popolazione italiana, N.d.R.) previsti a giugno saranno tali, a livello organizzativo potremmo essere in grado di farlo - si azzarda a dire Galli - ma bisogna vedere se avremo i vaccini". Le dichiarazioni del professore, osserviamo, raffreddano un po' gli entusiasmi sollevati dal buon andamento, in complesso, della campagna vaccinale in Italia: ma è chiaro che, per parlare seriamente di Coronavirus, bisogna tener presenti sempre tanti tanti problemi, e tanti fattori (tra questi, anche il ruolo delle mutazioni del virus: ma eminenti virologi, negli ultimi giorni, stanno intervenendo anche per chiarire che questo ruolo non va esagerato, terrorizzando l'opinione pubblica, perchè i virus, sempre, per loro stessa natura mutano, diremmo "darwinianamente").

Rispetto poi alle dichiarazioni della presidente della Commissione europea sulla possibilita' di ispezionare i siti di produzione russi per il vaccino "Sputnik", Galli rincara quanto sostenuto ultimamente anche da Silvio Garattini, presidente e fondatore dell'Istituto "Mario Negri": "Potevamo pensarci prima e aggiungo che potevamo prima ampliare gli impianti di produzione che abbiamo nei Paesi europei perche' potessero accogliere su licenza la produzione del vaccino. Gia' l'estate scorsa era stata ventilata questa ipotesi di lavoro ma e' caduta nel vuoto. Anche perche' il tema ora e', anche qualora dovessimo avere il vaccino Sputnik, quanti abitanti deve ancora immunizzare la Russia? ...Non siamo ancora certi che i russi abbiano un potenziale cosi' ampio da esportare i vaccini, mi auguro di si'. Attualmente non c'e' un paese autonomo sulla produzione, eccetto forse per Stati Uniti e Cina. Seguendo giustamente le regole e i trattamenti commerciali, in Europa, la proprieta' intellettuale del vaccino come invenzione resta alle case farmaceutiche, ma almeno avremmo dovuto pensare a prepararci ad una produzione su licenza. Ora, come sembra, che dobbiamo cimentarci con il cambiamento di alcuni vaccini per far fronte alle varianti, tecnicamente e' fattibile ma la procedura appesantisce ancora di piu' il processo: una sfida ulteriore".



di Fabrizio Federici
redazione@vivereroma.org






logoEV