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Retroscena sul vaccino Pfizer-BioNTech: a giugno 2020 chiesero alla Ue 54 euro a dose

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Nel giugno 2020, il connubio Pfizer-BioNTech aveva provato a rifilare alla Ue, un contratto ad un prezzo esorbitante sulla fornitura dei vaccini anti Covid, proponendo un costo di 54,08 euro a dose per 500 milioni di dosi, ossia la quantità necessaria ad immunizzare la popolazione del continente.

Una cifra enorme, venti volte più elevata del prezzo avanzato da AstraZeneca. Sembra inoltre che, quanto preteso, fosse già comprensivo della percentuale di sconto più alta offerta a qualsiasi Paese al mondo.

In soldoni, gli oltre 54 euro richiesti per ogni singola dose, erano, per le due big company, una sorta di trattamento da privilegiati.

I dubbi iniziali della Commissione europea sono scemati solo a novembre 2020 dopo un lungo braccio di ferro con il consorzio statunitense-tedesco e aver chiuso la contrattazione a 15,50 euro a dose.

L’indiscrezione, è stata diffusa dai media tedeschi Ndr, Wdr e Suddeutscher Zeitung, e spiegherebbe il motivo dell’iniziale reticenza nello stringere un accordo con Pfizer-BioNTech.

I 54 euro inizialmente richiesti da Pfizer-BioNTech spinsero molti esperti ad esprimere dure critiche. Il presidente della Commissione sui farmaci dell’Ordine dei medici tedeschi, Wolf Dieter Ludwig, lo definì: “un prezzo dubbio che lascia pensare a una ricerca di profitto in nessun modo giustificata nell’attuale situazione di pandemia”.

A luglio 2020 gli Stati Uniti avrebbero ottenuto dalla Pfizer-BioNTech, un prezzo per singola dose molto più contenuto rispetto a quello che le società avevano proposto all’Europa: circa 16 euro, per un ordine complessivo di 100milioni di dosi. Dalle prime ricostruzioni, le due "associate" avrebbero abbassato la loro richiesta alla Ue, solo dopo la firma di Washington sul contratto di acquisto.

Oltre al prezzo primario eccessivo, è discutibile anche l'affermazione del consorzio, secondo cui, lo sviluppo del vaccino è stato "completamente autofinanziato". Dichiarazione che potrebbe valere per Pfizer ma non per la tedesca BioNTech, che ha ricevuto sia dalla Germania che dall'Unione europea, milioni di euro per mettere in piedi la società e sviluppare le ricerche.