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Mons. Fazio, Vicario generale dell'Opus Dei, alla personale dell'artista Mario Tarroni presso la banca Fineco, parla delle sfide per i cristiani di oggi

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Artista eclettico, con esperienze iniziali in tutto il campo dell’arte in senso lato, il direttore artistico ferrarese Mario Tarroni ha studiato Storia dell'Arte e Conservazione dei beni culturali a Venezia e, contemporaneamente, teatro a Bologna, e tecniche cinematografiche (con varie frequentazioni nell’ambiente): si occupa, appunto, “anche” di pittura e scultura.

Alla più recente produzione artistica di Tarroni è dedicata "Le Stanze dell’Inconscio", un'esposizione artistica promossa ed ospitata da Fineco, da sempre molto attenta ed attiva nell'arte e nella cultura. L'esposizione, inaugurata il 28 ottobre 2020, ha da poco compiuto un anno ed è ad oggi la più longeva - tuttora in corso, terminerà nei primi mesi del 2022 - fra le varie allestite nel tempo dalla Banca, presso la sede di Lungotevere Michelangelo, nel centro di Roma. Sono 50 le opere di Tarroni in mostra, appartenenti al ciclo che l'artista ha appunto battezzato "Le Stanze dell'Inconscio": si spazia dal figurativo all'informale, con richiami allo stile “marinettiano/futurista”, passando per installazioni con materiali d’ogni tipo (sino a latte di olio, cartoni, vetri, cementi...), convertiti in manufatti artistici (con adeguato uso di vernici, calce, chiodi, colle, etc…). Una recente "estensione" del ciclo delle "Stanze" è stata poi oggetto nei giorni scorsi dell'evento “Fineco incontra l’arte", tenutosi presso il “Camponeschi” di Piazza Farnese e offerto dalla Banca ai propri clienti in occasione delle festività natalizie: una mostra temporanea allestita presso le sale interne dello storico locale, cui hanno fatto visita vari ed importanti personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura, ed alla quale sono giunti, fra i tanti apprezzamenti, anche quello di Achille Bonito Oliva; il critico d'arte, presente presso la sede dell'evento la sera dell'inaugurazione, si è infatti complimentato e fermato a parlare con l'artista e gli altri ospiti presenti sul significato dell'opere esposte.

Ma tornando all'esposizione di Lungotevere Michelangelo, una recente visita illustre, accolta con grande sorpresa dai funzionari della Banca, è stata quella di Monsignor Mariano Fazio, Vicario Generale dell'Opus Dei, che, da appassionato estimatore dell'arte qual è, lo scorso 22 dicembre, appena rientrato dall’Argentina, ha fatto visita alla mostra, intrattenendosi poi a lungo con Tarroni ed esprimendogli la sua stima sul piano artistico e personale, e discutendo soprattutto, insieme all'artista, sul senso e sull'importanza dell'arte contemporanea, in un'ottica cristiana.

Nato a Buenos Aires nel 1960, laureato in Storia presso la locale Università e dottore in Filosofia alla Pontificia Università della Santa Croce, Fazio ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale nel 1991 dalle mani di Papa San Giovanni Paolo II, dopo aver lavorato per sette anni in Ecuador come professore di Filosofia del Diritto ed editorialista del quotidiano “El Telégrafo”. Dal 1996 al 2002, è stato, a Roma, primo decano della Facoltà di Comunicazione istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce, e, successivamente, Rettore della stessa Università (2002 – 2008).

Nel 2007, designato perito nella «V Conferenza Generale dell’Episcopato dell’America Latina e dei Caraibi» (ad Aparecida, in Brasile), ha avuto modo di conoscere l’allora arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio. Trasferitosi nuovamente nel Continente americano, ha esercitato per quasi dieci anni l’incarico di Vicario dell’Opus Dei in Argentina, Paraguay e Bolivia. A Dicembre 2014, è stato nominato Vicario generale dell’Opus Dei dall’allora prelato monsignor Javier Echevarría: carica che ha continuato ad occupare dal gennaio 2017, quando Papa Bergoglio ha nominato mons. Fernando Ocáriz nuovo prelato dell'Opus Dei. Dal 14 maggio 2019, Fazio è vicario ausiliare dell’ Opera, principale collaboratore per il governo ordinario e centrale della Prelatura.

Con molteplici interessi culturali, Mons. Fazio è autore di più di venti saggi e biografie, specialmente di Papa Francesco e di Benedetto XVI. Alla Fineco, ha colto anche l'occasione per regalare una copia del suo recentissimo libro “Cambiare il mondo dal di dentro - La sfida dei cristiani oggi” (Milano, Ares ed., 2021) all’artista ed al Direttore della filiale. “E’ possibile trasformare il mondo per renderlo più conforme al disegno di Dio?”, si chiede Mariano Fazio nel libro. Se ci si impegna fortemente, almeno in parte sì, risponde il Monsignore: “è questa la specifica missione dei cristiani di ogni tempo, alle prese con il quotidiano della vita professionale e familiare. Infatti, non si può cambiare qualcosa che non si ama. Le attuali sfide culturali richiedono in primo luogo uno sguardo d’amore e di speranza: un approccio positivo, capace di comprendere e decodificare la realtà con quello stile che matura nella preghiera e nella vita sacramentale. A questo mondo c’è molta gente buona. La visione di speranza, oltre ad essere realista, è strategicamente necessaria per le persone che vogliono cambiare ciò che non funziona intorno a noi”. “Nessuno è disposto ad andar dietro a chi profetizza solo tragedie e sventure”, prosegue Fazio, con un messaggio particolarmente significativo nel momento cupo che quasi tutto il mondo sta attraversando dal 2020: “se vogliamo trasformare il mondo, cerchiamo di non perdere mai questa visione di speranza. Essere positivi e cercare di guardare il lato buono delle cose non significa essere ingenui o non rendersi conto che ci sono cose da migliorare, che ci sono ostacoli da rimuovere per aiutare la gente ad essere felice".








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