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Falsi vaccini ad Ancona: un avvocato e un ristoratore tra gli intermediari dell'infermiere arrestato

False vaccinazioni in cambio di soldi, dai 300 ai 450 euro, per far ottenere il Green pass a soggetti no vax, in tanti provenienti da fuori Regione. E che avvenivano con modalità sospette: persone che si presentavano al centro sportivo Paolinelli senza prenotazione, saltavano la fila e venivano accolte sempre dallo stesso infermiere. Tanto da indurre diversi addetti del centro vaccinale a rivolgersi alla polizia, facendo scattare le indagini.
L'inchiesta della Squadra mobile di Ancona ha portato all'arresto dell'infermiere Emanuele Luchetti, 50enne residente a Falconara e di altre quattro persone accusate di essere i procacciatori dei suoi "clienti". L'infermiere del Centro di salute mentale di Ancona, in servizio al Paolinelli, è finito in carcere, mentre per gli altri quattro sono stati disposti gli arresti domiciliari. Si tratta dell’avvocato anconetano Gabriele Galeazzi, l'imprenditore edile dorico Stefano Galli, il maceratese Daniele Mecozzi, titolare di un ristorante a Civitanova, e la romena Daniela Zeleniuschi, dipendente di un supermercato di Ancona. Secondo l'accusa, sono loro che hanno messo in contatto l'infermiere Luchetti con le persone disposte a pagare per ottenere il Green pass con una finta vaccinazione.
Per altre 45 persone il gip ha disposto l'obbligo di dimora: sono i soggetti accusati di aver pagato l'infermiere anconetano per le false vaccinazioni. Di questi 13 sono dell'Anconetano, 19 della provincia di Macerata e uno del fermano. Il resto arrivava da fuori regione, dalle province di Bologna, Foggia, Lecce, Milano, Padova, Pescara, Taranto, Torino, Padova e Pescara.
Oltre alle persone raggiunte da misure cautelari ce ne sono altre, circa una ventina che risultano indagate a piede libero. Tra queste c'è una dottoressa in servizio all’Agenzia regionale sanitaria: il suo ufficio in Regione è stato oggetto di perquisizione da parte dei poliziotti della mobile nella giornata di lunedì. La dirigente è indagata per i reati di corruzione, falso ideologico e peculato in concorso con Luchetti, con il quale era in contatto.

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