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Il prof. Paolo Veronesi risponde alle donne di Oltre il Nastro Rosa sui tumori metastatici al seno: "Dobbiamo investire ancora di più nella ricerca"

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Il prof. Paolo Veronesi, dell'IEO, l'Istituto Europeo Oncologico di Milano, risponde alla lettera aperta promossa a livello nazionale da "Oltre il Nastro Rosa", un comitato in rappresentanza di donne con cancro al seno metastatico di cui fanno parte anche donne del territorio.

Nella loro denuncia-appello le donne di "Oltre il Nastro Rosa" lamentavano "di sentirsi dimenticate sia dalle istituzioni, sia dalle varie associazioni e, cosa che fa ancora più male, dai medici".
"Chiaramente non posso che condividere! Sono ben cosciente del problema ed il mio volume effettivamente non è andato abbastanza a fondo su questo argomento. Il mio voleva essere un messaggio positivo, perché vedo davvero che chi fa prevenzione e ha un tumore in fase iniziale, senza coinvolgimento linfonodale, diagnosticato solo con mammografia ed ecografia, nella nostra esperienza in linea di massima guarisce -replica il prof. Veronesi- Il libro voleva essere anche un invito a prevenire la malattia. Purtroppo le cose non sempre vanno come dovrebbero e la malattia a volte si ripresenta in altri organi. Anche in questi casi possiamo oggi fare molto più che in passato e la sopravvivenza si è molto allungata, ma dobbiamo investire ancora tanto per guadagnare anni preziosi e sperare anche nella guarigione. Io penso sinceramente che ci arriveremo, occorre però ancora tempo. Ho perso amiche carissime con questa malattia, ma ho anche seguito donne che riescono a conviverci per anni grazie alle nuove terapie. Non bisogna perdere la speranza. Sempre disponibile ad un confronto cerco di essere vicino a tutte le donne malate".

"Carissimo Dottore, abbiamo apprezzato molto l’attenzione e il tempo che Lei ha dedicato alla nostra lettera e la ringraziamo di cuore per l’umanità con cui ci ha risposto. Comprendiamo l’importanza di focalizzarsi sulla prevenzione e per quanto grande sia il desiderio di incentivare le donne a questa pratica, preghiamo Lei, e tutti coloro che si trovano a parlare di cancro, di non tralasciare mai la verità nel pieno rispetto dell’intelligenza femminile -affermano le donne di Oltre il nastro Rosa- Eccedere nell’ottimismo sconfinando nella menzogna pone anche il rischio di far sottostimare il pericolo cancro. Per quanto concerne la prevenzione, ne ribadiamo anche qui l’importanza, ma vogliamo mettere in guardia sul fatto che, agendo solo su quest’ultima, si possa pensare di dichiarare sconfitto il cancro. Nonostante le donne facciano prevenzione e scoprano il cancro per tempo, il rischio di metastasi e recidive è sempre presente ed è per questo che si tende ad allungare sempre di più la durata del protocollo di terapie ormonali in prevenzione. La nostra lettera non intendeva contestare le sue intenzioni, certamente positive, bensì rimarcare tutto l’universo sul tumore al seno metastatico che era mancante nel suo volume e nelle sue interviste. Sia l’uno che le altre sono state proposte come approfondimento dell’argomento tumore al seno in generale, con la notizia positiva che il tumore è vinto, ci sembrava opportuno e doveroso chiederle l’onestà intellettuale di completare il quadro e riportarlo in un’ottica più fedele alla realtà.

Per quanto riguarda la possibilità di guarire per noi metastatiche, la sua risposta ci conferma che è ancora lontana, ci dice che occorrono ancora molti investimenti e tempo. Inutile dire che noi di tempo ne abbiamo poco (la sopravvivenza media è di 4,5 anni). Ma per realizzare questo obiettivo e vincere definitivamente la partita, quanto tempo ancora la comunità medico-scientifica prevede occorra? Ed in questo periodo di tempo che ci chiedete di aspettare, quali e quanti mezzi saranno messi in campo? Si sta facendo il massimo per raggiungere il risultato? Il tempo che passa è scandito da vite che se ne vanno e pertanto non ne va sprecato nemmeno un secondo! Questo è il tema cocente ed è chiaro che per sconfiggere il cancro bisogna agire su più fronti simultaneamente. Tanti gli investimenti sulla prevenzione. In ombra rimane la ricerca che va potenziata. Con il massimo rispetto e la massima stima, consapevoli dell’efficacia autorevole che le sue parole e il suo operato possono avere sull’intero scenario, la invitiamo a considerare questa nostra come un’esortazione ad andare oltre a quello che sta già facendo, con il coraggio di affrontare ciò che è scomodo ma giusto e necessario.

Ci rivolgiamo a Lei e a tutta la comunità medico-scientifica chiedendo di essere ascoltate e supportate, affinché di tutto questo se ne parli sempre più spesso e soprattutto diffondendo consapevolezza della realtà e richiamando alla responsabilità la classe politica e dirigente che vive fuori dai reparti oncologici e si permette il lusso di otto anni di ritardo su un provvedimento importante per la ricerca. Le siamo grate per questo confronto, con la speranza che anche da questo nasca qualcosa di buono in favore di tutte le donne".



di Giulia Mancinelli
senigallia@vivere.it






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