comunicato stampa
Alluvione, Geologi Marche: "Prevenzione assente, non parliamo di sfortuna"

“Sbigottiti, ma non del tutto sorpresi. È evidente che l’evento di ieri sia stato qualcosa di eccezionale, con circa 420 millimetri di pioggia - mediamente la quantità di un anno - caduti in pochissime ore. Ma gli allagamenti e le esondazioni che si sono verificati si sarebbero potuti mitigare con un adeguato lavoro di prevenzione. In particolare a Senigallia, dove il fiume Misa ha esondato ancora una volta dopo il 2014 (quando le vittime furono tre), non si può parlare di sfortuna: l’innalzamento degli argini a monte del centro abitato, così come il dragaggio del fiume a valle, le vasche di laminazione e/o di espansione sono interventi assolutamente necessari per mettere in sicurezza il territorio. Sono passati quasi otto anni da allora e tutto questo non è stato ancora realizzato. Ricordo che nel comune di Senigallia dal 2018 esiste un piano di adattamento ai cambiamenti climatici ed è stato costituito il Contratto di fiume Misa-Nevola. Strumenti finora non utilizzati”.
“Se qualcuno non lo avesse ancora compreso - prosegue Farabollini - lo ribadiamo con forza: il clima è cambiato. La quantità di pioggia che cade annualmente è rimasta, pressappoco, la stessa, ma il regime pluviometrico è completamente alterato. Sono passate poche settimane da quando parlavamo di grave siccità; il calendario dice che ci troviamo ancora in estate eppure già siamo alle prese con le esondazioni: gli eventi estremi sono sempre più frequenti e nel futuro non c’è da aspettarsi che la situazione migliori”.
“Le Marche, come l’Italia, deve aumentare il suo livello di resilienza a questi eventi. Tenere puliti i letti dei fiumi, non costruire nelle zone alluvionali, alzare gli argini è l’abc della prevenzione. E non basta: bisogna ripianificare le aree urbanizzate, ripensare a come realizziamo i canali di scarico, le sezioni fluviali, i ponti e altro ancora. Non ha più senso ragionare per medie annuali ma, casomai, per picchi stagionali. Se il clima è cambiato, anche il nostro approccio deve cambiare”.
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