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Lo uccidono e distruggono il corpo con l’acido, ma era la persona sbagliata: due arresti nel clan Polverino

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NAPOLI - Ucciso con un colpo d’arma da fuoco ed il cadavere distrutto completamente con dell'acido: questa la sorte toccata al giovane Giulio Giaccio, per uno scambio di persona, a Marano di Napoli il 30 luglio 2000.

Oggi, dopo 22 anni dai fatti, i carabinieri del Comando provinciale di Napoli hanno eseguito una misura cautelare in carcere nei confronti di due indagati affiliati al clan Polverino - Salvatore Cammarota detenuto per altro a L’Aquila e Carlo Nappi, detenuto per altro a Livorno - in quanto ritenuti gravemente indiziati dell’omicidio e della distruzione del cadavere del giovane. La vittima, come hanno consentito di appurare le indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, anche grazie alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, si trovava nei pressi della propria abitazione ed era stata raggiunta dagli indagati che, fingendosi poliziotti, l’avevano costretta a salire a bordo dell’auto su cui viaggiavano. Giaccio era estraneo a contesti di criminalità organizzata, ma gli esecutori del delitto l’avevano erroneamente identificato per un soggetto che stava intrattenendo una relazione con la sorella di uno di loro, che non l’approvava. Pur avendo negato ogni coinvolgimento nella relazione, Giaccio fu ucciso.

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di Agenzia DIRE






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