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lancio di agenzia
Il Vaticano riapre le indagini su Emanuela Orlandi, il fratello: “Non lo sapevo, spero mi ascoltino”

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"ROMA - Vorrei capire un po' di piu' in merito a questa notizia che ho appreso" dalle agenzie. Lo dice Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la ragazza di 15 anni scomparsa nel 1983, intervistato da Rainews 24 a proposito della notizia che si è diffusa oggi sulla riapertura, da parte del Vaticano, delle indagini relative a Emanuela Orlandi.
La ragazzina scomparve nel nulla il 22 giugno 1983 e da allora si sono inseguite piste su piste senza però arrivare a nessuna verità di fatto. Questa riapertura delle indagini da parte della giustizia Vaticana, aggiunge, "la leggo come una cosa positiva. Mi sono sempre illuso e disilluso nella vita", e quindi "voglio andarci con i piedi di piombo, ma il fatto che si sia deciso di riaprire l'inchiesta la vedo come una decisione positiva". "SPERO MI CHIAMINO AL PIÙ PRESTO" "Io sono disponibile- dice ancora- e spero di essere ascoltato quanto prima" perche' ci sono "degli elementi che sono emersi in questi ultimi anni. Ci sono ad esempio dei messaggi whatsapp che mi sono arrivati che parlano di cose che riguardano Emanuela". Insomma, continua, se questa nuova indagine "è fatta in buona fede per arrivare a una soluzione, allora la vedo come una cosa positiva per fare finalmente chiarezza. Mi auguro che sia la volta buona perchè nasca una collaborazione" tra la giustizia italiana e quella Vaticana, "e si arrivi a una soluzione" perché "la verità da qualche parte sta, la verita c'è e alcune persone la conoscono". "CI SONO ELEMENTI EMERSI NEGLI ULTIMI ANNI" E conclude: "Forse ci si è resi conto che questa è una storia che non si riuscirà a nascondere fino alla fine e prima poi dovrà arrivare a una soluzione. Ci sono nuovi elementi che vanno analizzati e io sono convinto che in Vaticano ci sono persone a conoscenza di tutto" e "per la prima volta il Vaticano ha deciso di arrivare a una soluzione".







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