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Top&Flop: "Grazie ragazzi", una commedia agrodolce sul potere salvifico del teatro

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La carriera dell’attore di teatro Antonio è ormai in caduta libera, non calca più un palcoscenico da tre anni e si accontenta di doppiare film porno. Anche la sua vita non è migliore, vive da solo in un monolocale sporco e disordinato. Un giorno incontra un suo vecchio amico e collega che invece ha avuto successo.

Costui gli propone un lavoro: dirigere un corso di teatro in un penitenziario. Antonio accetta malvolentieri, gli inizi saranno difficili tra la reciproca diffidenza con i detenuti e la severa direttrice, ma presto riuscirà a vedere il potenziale dei ragazzi e li convincerà a mettere in scena Aspettando Godot in un vero teatro. Il progetto sarà un successo nonostante i numerosi problemi ed imprevisti.

Il regista Riccardo Milani, classe 1958, ha sempre avuto una predilezione per le periferie e gli outsider. Il film con cui si è fatto notare dal grande pubblico, La Guerra degli Anto’, ne è un esempio lampante ma è una costante che attraversa tutto il suo cinema ed un mondo, quello delle borgate e dei personaggi ai margini della società, che sa raccontare e gli ha fatto produrre discreti successi e più di recente con Come un gatto in Tangenziale (2017) ha incassato più di 10 milioni di euro e una pioggia di candidature. Con questo film torna quindi su un terreno in cui riesce a dare il meglio di sé raccontando una storia che ha un dichiarato intento sociale: quello di far capire quanto il potere salvifico dell’arte e in questo caso del teatro, possano realmente essere un aiuto per ritrovare una propria dimensione più in armonia con il resto della società. La sceneggiatura infatti è tratta dalla vera storia di Jan Jonson, l’attore francese che ha vissuto realmente in prima persona questa esperienza, portata al cinema dal regista Emmanuel Courcol con Un anno con Godot (2020). Milani si occupa di dare realismo alla storia mentre la sceneggiatura costruisce situazioni e dialoghi che riescono a coinvolgere lo spettatore. Gli attori incarnano i loro personaggi in un modo tale che è difficile capire dove finisca l’uno e cominci l’altro, a partire dall’ottimo Albanese che interpreta, appunto, un attore di nome, guarda caso, Antonio, fino ad alcuni dei comprimari che sono non professionisti alla loro prima esperienza e portano quindi tutta la loro spontaneità nel film.

Il teatro che rende liberi quindi al centro della storia, il concetto in realtà non è affatto una novità, anzi si potrebbe dire che ormai è un dato acquisito dalla nostra società e anche al cinema non è la prima volta che il teatro entra tra le pareti di un carcere, uno su tutti lo splendido Cesare Deve Morire dei fratelli Taviani. Si potrebbe quindi pensare che sarebbe lecito sollevare dei dubbi sull’opportunità di dare tanta importanza al messaggio dell’arte salvatrice. Invece Milani ha colto l’aspetto che era più nelle sue corde e che restituisce attualità al tema e riesce a fare battere il cuore del film: la necessità di questi strumenti terapeutici proprio per coloro che non possono averne accesso, ancora una volta gli outsider tanto cari al regista.

Non sono solo i carcerati a mettersi in gioco sul palcoscenico, anche il loro insegnante, che accetta il lavoro per motivi alimentari e non per chissà quale vocazione, parte senza nessuna speranza di trarre niente di buono da quei ragazzi che, come lui, hanno deluso loro stessi. Imparerà a cambiare prospettiva evolvendo insieme ai suoi attori ed anche lui conquisterà la libertà dalle sue prigioni. Il testo da portare in scena è Aspettando Godot, capolavoro del teatro dell’assurdo di Samuel Beckett che racconta l’attesa di un personaggio che non arriverà mai. Come spiega Antonio alla direttrice del carcere, chi meglio di un carcerato sa cosa voglia dire attendere. Ma anche l’attore fallito che non riceve chiamate conosce lo stesso tormento. Ecco quindi che di nuovo i percorsi dei personaggi tornano a condividere la stessa condizione.

Il tono del film però non è troppo drammatico anche se naturalmente non mancano i momenti seri (ma non seriosi), anzi ci si diverte e la sceneggiatura ha il buon gusto di non scherzare sul mondo dei carcerati ma di far emergere l’umorismo delle persone. Inoltre ha il merito di bilanciare la dose d’impegno sociale con un ritmo piacevole e senza scadere in un mood alla “volemose be’”. Grazie Ragazzi costruisce bene le premesse della storia e dei personaggi nella prima parte per poi sviluppare un climax emotivo che culmina con l’emozionante rappresentazione. Insomma sia che siate detenuti o attori falliti questo è proprio il film che fa per voi. Comunque anche per tutti gli altri non è affatto male.

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SCHEDA
GRAZIE RAGAZZI
Di Riccardo Milani
ITA 2023
Interpreti Antonio Albanese, Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni, Giacomo Ferrara, Giorgio Montanini, Andrea Lattanzi, Nicola Rignanese, Fabrizio Bentivoglio, Bogdan Iordachioiu
Sceneggiatura: Michele Astori, Riccardo Milani
Produzione: Palomar, Wildside
Distribuzione: Vision Distribution
Durata: 117 min
Genere: Commedia
Uscita: 12 gennaio 2023

TRAILER ITALIANO
https://www.youtube.com/watch?v=eGClGQcWCKk



di Andrea Brocanelli






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