lancio di agenzia
Caso Pamela, in aula due testimoni che ebbero rapporti con la ragazza

La Corte di Assise di Appello di Perugia ha deciso di ascoltare a porte chiuse le testimonianze dei due uomini che incontrarono Pamela e ebbero rapporti con lei prima dell’omicidio. In apertura dell’udienza, il presidente Paolo Micheli ha riferito la richiesta arrivata dal legale di uno dei testimoni di ascoltare la sua testimonianza a porte chiuse "per tutelare" la sua "riservatezza" in considerazione del fatto che la vicenda lo ha già visto "vittima di clamore mediatico", di "offese anche sui social" e di uno stravolgimento della sua vita tanto da aver dovuto lasciare la sua attività di tassista. Il sostituto procuratore generale, gli avvocati di parte civile e la difesa dell’imputato si sono detti d’accordo o si sono comunque rimessi alla Corte. La decisione è stata quella di sentire i due a porte chiuse. Pubblico e giornalisti hanno dunque lasciato l’aula e potranno rientrare una volta ascoltati i due uomini. Oggi Oseghale non è presente all’udienza. Prima dell’inizio del dibattimento, fuori dal palazzo della Corte di Assise di appello sono stati srotolati a terra degli striscioni per Pamela: "Pamela grida giustizia e noi siamo la sua voce!", si legge su uno. "Il disagio non può essere un alibi per un massacro. Pamela voleva vivere e dei mostri le hanno spezzato tutti i sogni", recita un altro. "Pena dura e certa per chi violenta, uccide, massacra, deturpa la vita altrui " e "Dopo cinque anni stiamo ancora aspettando giustizia! La disumanità non deve diventare normalità" e "Intercettazione: ‘c’è una bianca da stuprare’ ed era Pamela", si legge su altri mentre al centro campeggia una foto della 18enne con la scritta "Giustizia per Pamela Mastropietro". In aula ci sono i genitori della ragazza. Alessandra Verni, la mamma, indossa una maglietta con la foto della figlia.
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