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intervista
Conosciamo l’osteopata di Novak Djokovic (e non solo), Claudio Zimaglia: ‘’Seguire atleti di questo livello è una sfida e continuo a imparare’’

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Vivere Senigallia prosegue gli incontri con i protagonisti del mondo sportivo. Quest’oggi abbiamo incontrato Claudio Zimaglia, affermato fisioterapista ed osteopata, nella sua carriera ha seguito numerosi sportivi di livello internazionale, al giorno d’oggi è nello staff del noto tennista serbo Novak Djokovic. Ci racconta la sua storia e le sue ambizioni.

Innanzitutto, quando hai iniziato a praticare fisioterapia?

Ho iniziato a praticare fisioterapia nell’anno 1989. Diciamo che nell’89 mi sono iscritto alla scuola di Torino e contemporaneamente ho cominciato a lavorare con i tennisti quali Mordegan, Caratti, Furlan, Brandi e Camporese presso il circolo di tennis Le Pleiadi di Moncalieri.

Prima di occuparti del tennis, hai operato anche in altre discipline: quanto pensi che ti sia stato utile a livello di formazione per arrivare dove sei oggi?

Negli anni successivi al diploma, oltre a continuare a lavorare nel campo del tennis, ho seguito atleti di diverse discipline sportive grazie alla fondazione di un’associazione chiamata AiFOS (Associazione italiana fisioterapisti e osteopati per lo sport), io e altri colleghi prestavamo servizio presso diversi eventi sportivi quali le maratone, gare di ciclismo, Campionati europei di atletica leggera, Campionati mondiali di scherma, ecc ecc… per cui il fatto di aver potuto lavorare con atleti delle migliori discipline sportive mi ha permesso di poter approfondire quali sono le diverse problematiche muscolo-scheletriche o traumatiche e imparare i metodi di intervento sul campo inerenti la terapia manuale come il bendaggio, il taping o una manipolazione.

Un tema discusso della fisioterapia, con anche qualche dubbio annesso, sono i benefici fisici e psicologici che si traggono: cosa ne pensi a riguardo?

L'attività di un atleta è caratterizzata da allenamenti, competizioni, ricerca di risultati e prestazioni al limite della perfezione. Il rischio di un trauma acuto o le patologie determinate da over-use per i movimenti ripetitivi del gesto tecnico che la disciplina sportiva comporta, richiede la continua presenza e attenzione da parte del fisioterapista/osteopata di riferimento il quale si deve occupare sia dei programmi di prevenzione muscolo-scheletrico che dei piani di recupero post sforzo o post trauma. L’obiettivo terapeutico ha il compito di ripristinare al meglio le funzioni dell’atleta in tempi rapidi per ripristinare la corretta funzione corporea e il corretto bilanciamento posturale. La figura del fisioterapista in ambito sportivo si è evoluta insieme alle tecniche e alle modalità di allenamento e nel corso degli anni ha iniziato un percorso di crescita e specializzazione specifica in ambito sportivo che lo ha portato a diventare sempre più anello di congiunzione tra l'atleta e il team di cui fa parte. L'intervento del fisioterapista sportivo non è solo manuale, ma aiuta l’atleta a ripristinare un corretto benessere psico-fisico durante la fase di preparazione o durante le competizioni ed è un fondamentale supporto psicologico nel recupero da un infortunio. Grazie alla collaborazione con il medical team, ma soprattutto con il lavoro in sinergia con il preparatore atletico, è possibile sviluppare specifici programmi di lavoro, di recupero o di prevenzione che permettono all’atleta di mantenere o di ripristinare una corretta integrità corporea oltre che aiutarlo alla ripresa delle competizioni dopo un forzato periodo di stop.

Hai seguito numerosi sportivi nell’ambito della tua carriera: qual è la componente principale che in questo contesto hai imparato pensando al tuo lavoro?

Gli atleti vanno spesso incontro a problemi di ansia e stress prima di una competizione e la capacità di gestire e risparmiare energie è indispensabile per raggiungere elevate prestazioni. Quindi penso che la forza mentale di un atleta faccia la differenza nel poter eccellere nello sport e nel poter gestire al meglio la sua carriera. Un buon equilibrio tra prestazione fisica e mentale è fondamentale. L’atleta deve essere in grado di gestire il carico emotivo della gara, l’ansia da prestazione, le pressioni esterne, lo stress dovuto ai carichi di allenamento o alle richieste degli sponsor. Lo sportivo prima di tutto è una persona e come ogni persona potrebbe vivere momenti difficili che esulano dal contesto della competizione stessa.

Da molti anni collabori con il noto allenatore di tennis Riccardo Piatti: come è il tuo rapporto professionale e umano con lui?

Sono sempre in contatto con Riccardo Piatti. Collaboro con la sua accademia e quindi al di fuori del poco tempo che posso avere a disposizione continuo ad avere un rapporto di collaborazione nella gestione degli atleti del circolo. Il mio rapporto con lui va oltre il semplice rapporto di lavoro. Negli anni si è instaurata una profonda amicizia che condividiamo sia a livello lavorativo che personale.

Hai seguito numerosi sportivi di livello internazionale, e al giorno d’oggi sei l’osteopata, insieme al tuo collega Miljan Amanović, del tennista serbo Novak Djokovic. Quanta la soddisfazione e la gratificazione personale? E quanta l’ambizione di migliorarsi ancora nonostante il tuo prestigioso curriculum?

Ho avuto la fortuna in questi anni di seguire atleti in fase di crescita come Raonic, Sinner, Coric, Nakashima e atleti già affermati come la Sharapova, o Djokovic con cui collaboro tutt’ora. Per me è una sfida continua e da questi atleti ho potuto solo imparare. Non si lavora con le proprie capacità professionali solo durante il periodo di allenamento o durante le competizioni, ma importante è continuare ad accrescere le proprie competenze intese come insieme di capacità, conoscenze e attitudini, imparando a lavorare in team e avendo ambizioni e obiettivi comuni in un continuo rapporto di fiducia. Impari a investire e a gestire le cosiddette “soft skills”, cioè impari la capacità di lavorare in squadra, la capacità e l’importanza della comunicazione, a collaborare con il medical team o con il performance team, impari ad anticipare le richieste o i problemi e ad accrescere la tua determinazione e soprattutto impari a gestire lo stress.

Obiettivi e ambizioni per il futuro?

Cercare di mantenere vivi i miei sogni e le mie ambizioni, non tralasciando gli obiettivi intermedi già raggiunti, dandone la giusta importanza e valore, con le giuste motivazioni e la giusta voglia di crescere. Vorrei essere sempre propositivo, senza fermarmi su quello che ho raggiunto.





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