lancio di agenzia
A Roma chiude il reparto maternità del Cristo Re: le mamme in rivolta lanciano una petizione online

Apriranno la procedura oggi, entro un massimo di 75 giorni dovrà essere conclusa, per quanto riguarda il personale che potrà essere reimpiegato in azienda, le infermiere 'ridistribuite, mentre per le ostetriche sembra ci sia in corso un accordo per impiegarle presso il Santo Spirito e San Filippo (a tempo determinato). Per tutte le altre figure non sono state date rassicurazioni, comunque seguiranno altri incontri con le sigle sindacali”. Così su Facebook viene annunciata quella che nelle scorse settimane era solo una voce di corridoio. Una notizia che, se confermata, lascerebbe senza parole tante donne che hanno scelto di partorire in quello che da anni ormai è un punto di riferimento per tutto il quadrante ovest della Capitale. I COMMENTI DELLE FUTURE MAMME SU FACEBOOK “Se è vero che il reparto sta per chiudere (e purtroppo fonti certe lo confermano) credo sarebbe importante riuscire a far sentire la nostra voce, quella di donne che hanno ricevuto presso un reparto tanto speciale e mandato avanti da persone meravigliose, il massimo aiuto e supporto possibile, con immensa umanità, comprensione e professionalità, caratteristiche che rendono il reparto di ostetricia e ginecologia del Cristo re un luogo meraviglioso e perfetto dove dare alla luce nuovi individui”. È uno dei tanti commenti che si leggono su facebook.“Una gravissima perdita per tante mamme attuali e future- scrive un’altra donna- Per quelle attuali perché difficilmente troveranno un'altra struttura dove proseguire il loro cammino con la stessa assistenza e serenità, per quelle future perché obiettivamente un reparto cosi attento a qualsiasi esigenza, cosi preparato ma allo stesso tempo dolce io credo non esista da nessuna parte”. LA PETIZIONE ONLINE CONTRO LA CHIUSURA DEL REPARTO È stata anche lanciata una petizione contro la chiusura del reparto (https://chng.it/HYvVG5TH) che in poche ore ha raggiunto più di 2.500 firme.“Tutte le donne sanno partorire, tutti i bambini sanno nascere. Questa è la frase scritta su un cartello del reparto maternità dell’ospedale Cristo Re. Una frase che a passarci davanti riesce a dare una carica e un’energia incredibile. Ed è esattamente questo quello che ogni persona del team del Cristo Re riesce a fare in modo straordinario durante il tanto atteso quanto temuto momento del parto” si legge nella petizione. “Vogliamo però dare voce non solo a tutte le mamme che hanno partorito in questa struttura, e che si oppongono a questa chiusura insensata- prosegue il documento- ma a tutte quelle che avevano pianificato il loro parto da tempo e che a causa della chiusura non potranno usufruire degli ottimi servizi offerti dal reparto maternità! Vogliamo inoltre dimostrare il nostro supporto e solidarietà alle oltre 65 figure professionali ( ginecologi, ostetriche, puericultrici e vigilatrici del nido) che verranno messe in cassa integrazione o sparpagliate in tutto il territorio”.“Il reparto maternità del Cristo Re non è il solito bambinificio, ma un posto dove le mamme vengono ascoltate, accudite e consigliate, ed insieme ai loro bambini non sono solo numeri /target da raggiungere! Chiediamo quindi alla Direzione Sanitaria dell’ospedale e alla Regione Lazio- si legge ancora- di revocare la chiusura di questo reparto così da non privare tante future mamme della competenza e dell'esperienza dello staff che ogni giorno, da anni, svolge con impegno, dedizione e soprattutto con amore il proprio lavoro”. LE PAROLE DELL'EX PRIMARIO DI OSTETRICIA: "UN'ECCELLENZA" "Cari tutti, è con profondo dispiacere che apprendo la notizia della volontà di chiudere l’Ostetricia del Cristo Re. Ossia di porre fine a quello che, in un arco di circa 35 aa, partendo da una piccola Maternità, è diventato un riconosciuto Laboratorio di ricerca e di innovazioni nella nostra ostetricia e nel rapporto medico paziente. Un percorso ed una esperienza non venuti per caso, ma iniziati con una specie di Gruppo Balint: riunioni, gestite da due psicoanalisti, di medici ed ostetriche, incentrate sulle pazienti difficili, ossia quelle più antipatiche e quelle più simpatiche. Molti di voi ricorderanno i brindisi effettuati alla fine di quel tragitto: erano la consacrazione della nascita di un Gruppo, di una Squadra. Quel Laboratorio ha saputo concentrarsi sull’accoglienza, ponendo davvero la paziente ed il nascituro al centro dell’attenzione. Accoglienza non solo basata sul desiderio di sviluppare una specifica empatia, ma anche e soprattutto nel riconoscere diritti delle pazienti prima del tutto ignorati. In questa direzione quel Laboratorio è stato fra i primi, ed i pochissimi in Italia, a riconoscere veramente e concretamente, ad ogni gestante, il diritto di scegliere come partorire, eventualmente anche con un cesareo senza una delle classiche motivazioni mediche. Ciò nonostante, quasi per paradosso, quel Laboratorio, è riuscito a realizzare ed attestarsi su una incidenza fra le più basse di parti cesarei, dimostrando come la buona pratica clinica possa accompagnarsi con il pieno riconoscimento delle esigenze individuali".Così in una lettera l'ex primario Giovan Battista Serra. "È stato il primo, quel piccolo Laboratorio, ad istituire, ogni mattina, una riunione di medici ed ostetriche per raccontarsi quanto verificatosi nelle 24 ore precedenti, e per discutere di quanto prevedibile nelle successive giornate. È stato il primo a diventare Centro di riferimento per il parto vaginale dopo cesareo, uno dei primi a praticare il rivolgimento manuale esterno per bimbi in presentazione podalica, ed il primo ad istituzionalizzare un ambulatorio ‘open’ per gravide giunte a termine, quando l’ansia, per alcune pazienti, può diventare incontenibile. È così che il Cristo Re è diventato una piccola grande Maternità. Una realtà clinica che, addirittura, ha saputo suggerire e stimolare una serie televisiva, Nati Ieri, ad espressione di quanto percepito, dall’esperienza delle pazienti, dello spirito di corpo e dell’efficienza che si erano costruiti. In funzione delle tante innovazioni l’ospedale Cristo Re si è guadagnato la stima dei tanti colleghi delle altre Maternità, da quelle più grandi, come il Gemelli o i Fatebenefratelli, a quelle più piccole, spesso incentivate a seguirne l’esempio. Delle qualità di questa piccola grande Maternità ne è ben consapevole l’Osservatorio Epidemiologico che, insieme all’Istituto Superiore di Sanità, monitora la qualità delle prestazioni mediche in genere, ed ostetriche in particolare. Ma, in Italia manca un Garante della Qualità medica, ossia un’Istituzione governativa che sappia riconoscere la qualità dei servizi ed abbia gli strumenti per garantirne la piena e continua funzionalità: nella nostra città esistono procedure volte ad assicurare la sopravvivenza delle ‘botteghe storiche’, ma manca la volontà, o la capacità, di riconoscere la insopprimibilità di servizi medici di riconosciuto apprezzamento. Vengono consentite e largamente praticate le assunzioni dei medici con contratti libero-professionali, generalmente per tempi brevi e determinati, i cosiddetti ‘gettonisti’: l’esatto contrario del concetto di Gruppo, l’antitesi di quanto necessario per una formazione di Squadra. Con la consapevolezza del tanto che, con questa chiusura, viene ad interrompersi, avverto il bisogno, di esprimervi, accanto ad una profonda solidarietà, il grande apprezzamento che sento per il tanto che avete saputo realizzare. Per tutto ciò che ho ricevuto e condiviso con ciascuno di voi, vi invito ad essere profondamente orgogliosi di quello che avete saputo realizzare, dello spirito di squadra con il quale avete lavorato, dei rapporti intimi e privati che avete saputo costruire ed alimentare fra di voi. Ove davvero vi si imponesse di entrare in altre strutture, sono certo che saprete essere divulgatori dello spirito di colleganza e del senso di rispetto per ogni paziente, sentimenti che avete assimilato e lungamente praticato: è l’augurio che vi faccio con tutto il cuore", ha concluso Serra. ROCCA: "NESSUNA RICONVERSIONE AL CRISTO RE DI ROMA AL POSTO DI OSTETRICIA" "Voglio dire una cosa sul Cristo Re. Ho appreso la notizia della chiusura dell'ostetricia, senza alcuna consultazione. Spero non sia vera. Noi crediamo profondamente nel rispetto del pubblico e del privato e quindi io non posso intervenire sulla libertà di un gruppo di impresa ma di sicuro è terminata l'epoca in cui pensano di convertire reparti in qualcosa di più remunerativo. La programmazione la fa solo la Regione. L'ostetricia sarà redistribuita nelle altre strutture e non ci sarà alcuna riconversione". Così il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, nel corso della conferenza stampa durante la quale è stato fatto il punto sui primi 100 giorni.
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